La rivoluzione di San Marino
E studiato nei dettagli. La cordata di San Marino dà la scalata alla Lazio. Entro maggio vuole il 100% del club, con il contestuale sviluppo d'un progetto ambizioso. Fare della società un modello mondiale, grazie a ricavi sicuri, «diversificati», attraverso la costruzione d'un centro polifunzionale direttamente a Formello. E poi ritorni clamorosi e acquisti di «primo livello». La cordata di San Marino, dietro alla quale c'è il gruppo alberghiero Midas, si è innamorata della Lazio nello scorso marzo. Una passione imprenditoriale, certo. E allora ha provato a bussare alla porta di Capitalia, regista del rilancio biancoceleste. Tentativi vanificati «dall'ostruzionismo bancario». Ora la strategia è cambiata. «Non cerchiamo l'assistenzialismo degli istituti di credito che nel tempo hanno dimostrato la loro carenza». Le parole sono dell'avvocato Riccardi, rappresentante del gruppo, i nomi sono avvolti nel mistero, «perché non vogliamo speculare a livello pubblicitario», ma gli intenti sono cristallini. E roboanti. Ecco i dettagli. Punto primo, il piano immobiliare. Che è il punto nevralgico dello sviluppo-Lazio. Si costruirà a Formello (contatti già avviati): un albergo, più un ristorante, insieme a un centro congressi e a uno per la riabilitazione. Forse un eliporto. Si creerà una base solida: il club avrà la forza per muoversi sul mercato. «E sarà una Lazio di livello mondiale», garantisce Riccardi. Già, perché le strutture saranno date in gestione ai privati e i ricavi, che costituiranno una garanzia fidejussoria, reinvestiti per garantire competitività alla squadra. Ritorni clamorosi, si vocifera. Uno sicuro in società: Baraldi, «al quale garantiremmo la totale autonomia nel rispetto del ruolo giuridico». Cioè amministratore delegato. Quindi i tifosi. «Che avranno posto nel Cda, attraverso un loro rappresentante». Una sola condizione, imprescindibile. «Noi vogliamo la leadership e non sottoscriveremo l'aumento di capitale», ricorda Riccardi. È scontro frontale con Capitalia. Intanto si continuano a rastrellare azioni (attraverso l'Ubs di Zurigo, la quota attuale dovrebbe essere sfiorare il 9%), mediante 4 società distinte, «in ossequio alle vigenti disposizioni Consob». Si cercano alleanze «con soci o ex-soci», ma per le prossime mosse si attende dicembre e i movimenti legati all'aumento di capitale (servirà il quorum del 34%, ipotesi più credibile). La verità ha i giorni contati.