Nuovi e vecchi «amici» vogliono scippare Cassano a Trapattoni

Eupalla, è giusto ricordarlo, era l'immaginaria Musa preposta alle cose del calcio dalla fantasia del mitico Gianni Brera: come essere sovrannaturale, logico che sapesse scegliere, tanto da eleggere a suo protetto quel biondino un po' discolo. Scelta fortunatissima per il piccolo Antonio: al quale, una volta giunto all'adolescenza, difficilmente sarebbe stato offerto un lavoro, anzi addirittura la possibilità di scegliere tra più di un impegno ben remunerato. Cosa che si sta invece puntualmente verificando: con l'entusiasta, e naturalmente disinteressata, partecipazione di una stampa di chiara collocazione geografica, e dunque anche ideologica. È stato sufficiente che il Trap, dopo l'iniziale ritrosia, si decidesse a offrire al genietto romanista il palcoscenico ardentemente sognato, la Nazionale maggiore. E subito è scattata la mobilitazione: Antonio Cassano, dicono gli abili manipolatori del popolo bene, è assolutamente indispensabile alla Under 21, impegnata nel Campionato d'Europa. E dunque una sorprendente valanga di appelli a Claudio Gentile, il quale il ragazzo aveva bruscamente allontanato e caparbiamente tenuto fuori, indicandolo perfino come inquinatore dell'ambiente. A suo tempo, questa esclusione di Cassano aveva suscitato, negli stessi opinionisti e negli stessi organi di informazione, compunto moralismo e ferrea solidarietà con il tecnico della giovanile azzurra. Ma non basta: adesso apprendiamo che Cassano diventa indispensabile alla formazione più giovane: il salvatore della Patria in vista delle Olimpiadi di Atene, il prossimo anno. Vale la pena di ricordare, a questo punto, quanto irrilevante sia, nel quadro dei Giochi, il ruolo del calcio. Le Olimpiadi attuali hanno problemi perfino per difendere il prestigio delle discipline regine, atletica e nuoto, una volta che i Mondiali di specialità hanno ristretto i tempi delle attese. A lungo, i Giochi hanno vissuto di falsi e di ipocrisia: dilettanti, e dunque puri, erano i colonnelli sovietici, come i neri tratti dal ghetto e trasferiti nei college per le loro doti di scattisti. Poteva parteciparvi Dino Meneghin, ma non un calciatore che guadagnasse assai meno del nostro più illustre cestista. Ora ad Atene vanno i tennisti stramiliardari, ma il calcio è riservato ai giovani. E lì vorrebbero mandare anche Cassano: il dubbio che si tenti di sottrarlo alle attenzioni di Trapattoni, a beneficio di nomi di maggiore interesse editoriale, non mi sembra manifestamente infondato.