Gli azzurrini fanno 0-0 con la Danimarca e accedono alla fase finale. Olimpiadi più vicine
L'Under di Gentile stacca il biglietto per la fase finale degli Europei di categoria (al via da fine maggio) e compie un bel passo avanti anche per la qualificazione alle prossime Olimpiadi (passano le prime tre dell'Europeo). Ma è stato tutt'altro che facile archiviare la pratica Danimarca, avversario ostico ma che ha confermato però tutti i suoi limiti tecnico-tattici. Semmai era dall'Italia che ci si aspettava qualcosa di più. Sarà stata la posta in palio elevata o le scorie lasciate dalla faticaccia di Farum quattro giorni fa, ma gli azzurrini non sono stati capaci di esprimere tutto il loro potenziale. Alla fine è bastato lo 0-0 per andare avanti (in virtù dell'1-1 dell'andata). Troppi errori e poco spettacolo, ma l'importante era spiccare il volo verso i quarti. Per le analisi e i correttivi (vedi Cassano) c'è tempo. Inizio con gaffe al Centro Italia con i fuochi d'artifici sparati durante il minuto di raccoglimento in memoria delle vittime in Iraq. Figuraccia in buona fede ma comunque evitabile. Nessuna novità di formazione rispetto alle previsioni della vigilia. Gentile conferma l'undici dell'andata con il solo D'Agostino al posto dello squalificato Pinzi. Anche Amelia c'è. Il gelo di Rieti condiziona l'avvio. Squadre contratte e ritmo blando. Ma gli azzurri ci mettono poco a prendere il comando delle operazioni. Al 10' una punizione di Gasbarroni non trova la deviazione di testa di Sculli, tutto solo davanti ad Andersen. Il tandem offensivo Sculli-Gilardino inizia a cercarsi e proprio a conclusione di un loro scambio al volo, l'attaccante parmense ha l'occasione di battere a rete ma colpisce male. Andersen ringrazia. L'Italia ha l'inerzia, la Danimarca aspetta, ma gli azzurrini non pungono. La Danimarca è poca cosa e l'Italia cresce. Gilardino di tacco inventa una magia che smarca Sculli, bravo a superare il portiere ma scoordinato al momento del tiro da posizione defilata. Un gol divorato dall'attaccante del Chievo che Del Neri impiega col contagocce. L'impressione però è che gli azzurrini giochino col freno a mano tirato, la copia sbiadita rispetto alla formazione brillante e smaliziata ammirata fin qui. Manca il filtro del centrocampo e Gilardino si fa vedere solo per un paio di sponde apprezzabili e nulla più. Nessun cambio nella ripresa, iniziata con cinque minuti di ritardo per effetto di una serie di fumogeni (sì, ancora loro) che hanno oscurato il Centro Italia. I secondi 45 minuti si aprono sulla falsariga dei primi. Redini del gioco all'Italia e ospiti pronti a colpire di rimessa, sfruttando la velocità dei loro esterni di fascia. Prima De Rossi e poi Sculli impegnano Andersen. Ma è Gilardino poco più tardi a graziare il portiere danese. Gasbarroni mette la punta parmense a tu per tu con l'estremo difensore, autore di un prodigioso intervento sulla botta a colpo sicuro dell'attaccante. Lo scampato pericolo rinvigorisce i danesi. Su un rapido capovolgimento di fronte il nuovo entrato Sorensen mette a dura prova i riflessi di Amelia. Ma è una fiammata, poi è ancora Italia. Azione fotocopia degli azzurri. Il mittente del lancio di Gasbarroni questa volta è Sculli, ma il risultato non cambia. Far breccia nella retroguardia degli ospiti è ormai tabù. L'Italia ha capito che non è aria e difende lo 0-0, senza più correre rischi inutili. Ora si può quindi pensare alla fase finale che l'Italia vorrebbe organizzare (è in pole-position). Con un Cassano in più sarebbe meglio. Privilegiando la ragion di stato e mettendo da parte antipatie ed errori reciproci.