DOMANI LA FEDERAZIONE SI ESPRIMERÀ SULL'INDAGINE RELATIVA A GIOCO CALCIO
Ancona, Brescia, Chievo, Empoli e Perugia restano ufficialmente sul piede di guerra ma nelle ultime ore sembra che l'atmosfera sia divenuta meno pesante e che dunque domenica il turno di campionato, dopo la sosta per le due amichevoli sostenute dalla Nazionale guidata da Giovanni Trapattoni contro Polonia e Romania, venga rispettato senza clamorosi colpi di scena. L'idea di uno sciopero per sensibilizzare Lega Professionisti e opinione pubblica circa i mancati incassi di almeno parte degli euro di Gioco Calcio provenienti dalla contrattazione soggettiva dei diritti pay pare definitivamente tramontata: anche se il variopinto mondo del pallone ci ha abituato a tutto, nel bene come nel male, Ancona e Brescia si affronteranno al Conero, l'Empoli ospiterà i terribili giovanotti del Parma, il Perugia tenterà l'impresa all'Olimpico contro la Lazio e il Chievo, per la gioia di Gigi Del Neri, onorerà il posticipo serale contro il Milan nel tentativo di fermare i secondi in classifica e proseguire la scalata verso le zone vip della Serie A. Della serrata non ha mai voluto saperne il Modena, l'unica delle squadre legatesi alla piattaforma alternativa a Sky ad essersi dissociata dalla minaccia di una spettacolare forma di protesta. E a sgombrare l'orizzonte dalle nuvole di un'altra brutta storia per il calcio italiano è lo stesso presidente di Gioco Calcio Antonio Matarrese: «Il blocco del campionato è da evitare - ha ribadito il vice di Adriano Galliani in Lega - perchè lo sciopero sarebbe un danno enorme ed evidente per tutti». Sebbene alla fine trionferà il buon senso e la pace a denti stretti, la cinquina dissidente non rinuncerà a far valere ciò che ritiene un diritto sacrosanto: il vertice con Tatò servirà proprio a ipotizzare nuove strategie di lotta e di reclutamento di capitali freschi. Sul caso Gioco Calcio si esprimerà domani il Consiglio Federale della Figc: Franco Carraro ed il suo governo esamineranno scrupolosamente la relazione finale dell'Ufficio Indagini, sguinzagliato innanzitutto per far luce sul ruolo dei presidenti soci e dello stesso Matarrese. Nel caso in cui dalle carte trapelino legami o rapporti poco chiari, l'intero faldone finirà sulla scrivania del procuratore federale.