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di MARIO BERTERO L'ACCORDO non c'è stato e il calcio, d'improvviso, ripiomba in quel ...

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Non sono bastati l'atmosfera serena e i sorrisi di circostanza di Adriano Galliani per far recedere Brescia, Chievo, Ancona, Perugia ed Empoli dal loro intento: scioperare alla ripresa del campionato dopo le due amichevoli della Nazionale del Trap. «Il 23 novembre noi non giochiamo», ha annunciato il presidente del Brescia Gino Corioni ieri al termine del Consiglio di Lega, facendosi così rappresentante degli interessi di tutte e cinque le squadre di A che hanno ceduto i diritti pay alla piattaforma digitale alternativa al colosso Sky. «Dalla Lega non abbiamo avuto nemmeno delle promesse - accusa Corioni, riferendosi al «tradimento» di Galliani, che non si è fatto garante presso le banche per un anticipo di dieci milioni di euro relativo ai diritti tv - Siamo pronti a tutto, anche a fermare la Serie A: in Consiglio ci sono stati segnali positivi e vedremo come evolverà la faccenda nelle prossime ore, però la situazione è gravissima e al momento il 23 novembre non scenderemo in campo». Una presa di posizione dura che però nasconde ampi margini per una trattativa in extremis per evitare la serrata per il 22 ed il 23, il week-end dedicato alla decima giornata di campionato. Adriano Galliani si è ovviamente difeso, sventolando gli atti ufficiali dell'assemblea del 29 aprile che ha votato all'unanimità l'ingresso della Lega nel capitale di Gioco Calcio per il 10 per cento qualora il restante 90 venisse trovato. Cosa non accaduta. Incalzato da Antonio Matarrese, il vice-presidente di via Rosellini che si è ritagliato il ruolo di «picconatore», Galliani ha fatto osservare che «le banche hanno chiuso le loro porte perchè Gioco Calcio non è abbastanza capitalizzata. I problemi, però, non si risolvono decidendo di scioperare: qualora davvero non si giocasse, sarebbe un insuccesso per tutto il calcio italiano». Intanto emerge l'indiscrezione che la Lega vorrebbe fare ricorso al Tar contro il Coni per la vicenda relativa alla «grana-televisiva». Nessuna replica ufficiale da parte dell'ente, ad ogni modo indignato dalla decisione della Lega.

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