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di MASSIMO CICCOGNANI ROBERTO Mancini una volta firmò nei suoi derby da giocatore, un ...

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Il derby parla ancora giallorosso. Meglio la Roma, padrona del campo soprattutto in una ripresa dove ha concentrato spettacolo e gol. Una partita a scacchi a discapito dello spettacolo. Sorprese all'annuncio delle formazioni. Nella Lazio salta anche Mihajlovic per un risenmtimento muscolare, come se non bastassero a Mancini le defezioni di Peruzzi, Lopez, Fiore, Muzzi e Cesar e così il tecnico biancoceleste si affida al mai ripudiato 4-5-1 con Negro che va a prendere il posto del serbo e con Corradi unica punta. Anche stavolta Inzaghi può attendere. Lazio attendistica. Capello invece non ci pensa due volte e schiera il tridente, lasciando in panca il gioiellino De Rossi e dentro Montella accanto a Cassano, gasatissimo dalla convocazione in azzurro. Un segnale forte che conferma la vocazione offensiva della nuova Roma. L'Olimpico è uno spettacolo tutto da godere e manco a dirlo, hanno solo torto gli assenti. Grandi coreografie, una bolgia all'ingresso in campo delle squadre. Che lo spettacolo cominci. Partita a scacchi C'è molta Roma in avvio. Roma spregiudicata che inizia a fare la voce grossa, mentre la Lazio presenta una diga umana davanti a Sereni. Lazio più attenta, la Roma ci prova subito ma si intuisce che non sarà una serata facile. I giallorossi tengono meglio il campo, ma non graffiano, anche perché non è facile penetrare nell'ermetica retroguardia biancoceleste. Buone le giocate di Totti e Cassano, ma la Roma non finalizza. Poche le occasioni, sia da una parte che dall'altra, con Pelizzoli e Sereni che non vengono mai chiamati in causa pericolosamente. Tiene bene il centrocampo della Lazio, ma soprattutto dietro la banda Mancini regala poco o nulla con Giannichedda che si piazza davanti alla difesa a maggior protezione del reparto arretrato. La Roma fa fatica a trovare spazi, anche se Totti e Cassano davanti provano a dettare i tempi. Al 42' il guizzo del capitano. Gran botta su calcio piazzato, Sereni non trattiene, irrompe Emerson che rimette in mezzo ma Stam evita guai spedendo in angolo. E il tempo finisce senza grandi emozioni. Non bello, rispetto alle premesse iniziali che annunciavano fuoco e fiamme. Poca fantasia, molto tatticismo e il gran derby Capitale stenta a decollare. Meglio la Roma Si ricomincia e già si scaldano le panchine. Inzaghi è pronto da una parte, Carew e De Rossi dall'altra. Cresce la Roma perché Cassano è ispirato e quando parte in controgioco costringe i giocatori biancocelesti al fallo sistematico. Mancini prova ad allungare sulla corsia di destra, ma la Lazio non molla e copre tutti gli spazi. Al 10' brividi per una stilettata dal limite di Totti che fa la barba al montante. Dabo e Liverani sembrano non soffrire troppo la qualità del centrocampo giallorosso, contengono e ispirano. Stankovic si libera bene in area, ma Pelizzoli non si fa sorprendere dal destro maligno del serbo. Si gioca su sottili fili di equilibrio con continui capovolgimenti di fronte. La Lazio non regala un centimetro ai cugini, ma la sua manovra non decolla anche perché Corradi è troppo isolato e di palloni giocabili ne riceve ben pochi. Decisamente meglio la Roma. Il campo è suo, manca il guizzo vincente. E così al 19' ci prova Totti, testa per Montella che intanto era finito in off side. La Roma adesso ci crede e prende a spingere ventre a terra, con la Lazio che si affida solo al gioco di rimessa. Emerson e Dacourt avanzano il loro baricentro, la Roma prova ad affondare, anche se l'impressione è che manchi qualcuno in grado di sfruttare al meglio i continui centri di Mancini, facile preda dei marcantoni biancocelesti. La svolta Mancini richiama l'infortunato Liverani e inserisce Albertini, mentre Capello toglie Montella per fare spazio al gigante Carew. D'improvviso la Lazio con Stankovic che approfitta di un errato disimpegno di Samuel. Il serbo calcia a giro, fuori

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