di FABRIZIO MARCHETTI EQUILIBRIO ed episodi.
Mancini non fa drammi. Sguardo rammaricato, sorriso di circostanza, come a dire «di più non potevamo fare». Il derby, l'ex genio blucerchiato, l'aveva preparato nei dettagli, ripudiando in extremis anche il suo dogma principe, quel 4-4-2 che aveva difeso a oltranza, anche contro l'evidenza. E invece ora applaude, la squadra, e si applaude. «Sceglierei gli stessi giocatori e lo stesso modulo, anche se non ho mai giocato con una sola punta», confida senza troppi problemi, lui, l'Artista del pallone tradito stavolta da un omonimo che ha scelto un colpo alla «Mancini», nell'accezione piena del termine, per spegnere i propositi biancoceleste. «Un gran gol, anzi una prodezza straordinaria. Complimenti al brasiliano», questa la premessa, poi l'analisi. «Partita equilibrata, decisa da un episodio. Credo, tra l'altro, che il fallo da cui è partita l'azione del primo gol non ci fosse. Però non solo l'arbitro è stato disattento, anche noi non abbiamo brillato in quella circostanza. Non voglio però accusare i ragazzi, hanno fatto davvero un'ottima partita». Sui novanta minuti è lapidario. «Non è vero che la Roma ha fatto la partita, tutto faceva presagire che la sfida terminasse sullo 0-0. Con i 5 centrocampisti siamo riusciti a contrastarli con efficacia lì in mezzo. Questo però è il calcio, dobbiamo andare avanti». Gli infortuni sono diventati però una costante pericolosa. Mancini lo sa, è preoccupato. «Peccato, troppe defezioni e tutte insieme. Il problema è che si gioca tanto, mi auguro almeno che la sosta ci aiuti da questo punto di vista, per recuperare qualche giocatore. Le assenze? Lo ripeto, sarebbe ingeneroso attribuire responsabilità a chi ieri sera s'è comportato in modo egregio». Il distacco dalla vetta s'è dilatato: 7 punti recita lo score del campionato. Mancini però guarda avanti. «Non cambia molto, anche se è un ritardo importante. La stagione è lunga, possiamo riprenderci tranquillamente. E dopo la sosta dobbiamo riprendere il cammino anche in Champions League». Un rimpianto. «Volevamo vincere per i tifosi, ma prima o poi ci riusciremo a strappare tre punti alla Roma. Ora ci sarà anche un ritorno». Infine la speranza. «Dopo la sosta spero di rivedere la vera Lazio». All'orizzonte, infatti, c'è la doppia sfida con Besiktas (all'Olimpico) e Sparta Praga (nel gelo ceko) per cercare di strappare il visto per gli ottavi di finale di Champions League. «Non dobbiamo fare troppi calcoli, pensiamo a una partita alla volta. Non siamo nelle condizioni di poter programmare all'infinito».. La delusione di Longo Il presidente non usa mezzi termini e regala meriti ai giallorossi. «Credo che il risultato possa anche essere giusto anche se il pareggio sembrava scontato. Perdiamo ulteriore terreno con le prime, questo è un rammarico ulteriore. Ora ci sarà la sosta, poi mi auguro di riprendere con un successo in Champions League. Sarebbe importante anche da un punto di vista psicologico, oltre che di classifica. Mancini? Prima o poi lo vincerà un derby». Il direttore generale Giuseppe De Mita, invece, contesta risultato e decisioni. «Sconfitta ingiusta, ho dei dubbi sull'episodio che ha generato la punizione decisiva per il gol di Mancini. Ci gira tutto storto, fino al gol la Roma non aveva fatto granchè. Abbiamo tutto il tempo per riprenderci».