Il riscatto è ancora possibile
Poi, metabolizzato l'avvilimento dentro una Champions League ancora salvabile, emergono carenze strutturali e strafalcioni tecnici su cui intervenire per rendere meno tormentato il prosieguo biancoceleste. Proviamo a riepilogare, mentre l'avviato rinnovamento societario promette altri novanta milioni nel prossimo aumento di capitale. 1) I quattro dispiaceri stagionali (Parma, Milan e due volte causa l'esule Ranieri) rivelano quasi analoghe avversità davanti agli ostacoli più temuti. Probabilmente l'organico, non sempre spalmato al meglio sul campionato e sull'hit parade europea, è inadeguato soprattutto quando deve risultare competitivo negli impegni ravvicinati. Arduo mascherare tanto il declino di Favalli o Negro quanto l'anzianità di Couto, Albertini e Mihajlovic, pirata stravolto al punto d'impazzire come sa bene lo sputacchiato Mutu. 2)Questa Lazio ha fondamentale bisogno di Peruzzi, Oddo (l'altra sera squalificato!) Stam e Dabo. Troppo fragili i loro sostituti, con particolare riferimento alle decisive responsabilità del portiere Sereni nella quaterna sopportata. Il cinghialone rimpianto attende invano, da tempo, un meritatissimo prolungamento contrattuale. Assurdo lasciarlo libero d'accasarsi altrove fra un paio di mesi, puntando su un vice stonato. Che l'allenatore dovrà rincuorare in vista della stracittadina, salvo azzeccare una squadra d'assaltatori che sappia chiudere ogni spiffero romanista. Senza i quattro indispensabili e dopo l'espulsione di Sinisa, il Chelsea ha sgretolato facilmente l'opposizione presuntuosa. Ora bisognerebbe battere Besiktas e Sparta Praga, rivali giusto inferiori all'organizzazione laziale ammirata l'anno scorso e spesso irriproducibile nell'attuale gruppo G. 3)Occorre recuperare l'umiltà e le intese morali che impreziosivano l'architettura manciniana. Molte formazioni si sono avvicendate senza fissare il gruppo affidabile. Claudio Ranieri ha punito una Lazio improponibile, priva di mediani tosti e velleitaria nell'accoppiata centrale Albertini-Liverani. Invece l'emergenza imponeva Giannichedda, cioè i suoi recuperi a protezione d'una retroguardia già rattoppata. E la velocità esterna su cui punta Lopez, spedito a rimediare esclusivamente guai muscolari poco prima dell'epilogo desolato. Ora urge reagire, ricavando insegnamenti proprio dalla lezione ricevuta. Il derby è alle porte e Capello valuta perplesso la pericolosità accresciuta dei dirimpettai feriti. Forse non esagera. Forse Mancini provvederà.