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Giraudo farebbe bene a tacere

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Non abbiamo dubbi. Nel dribblare i problemi, l'amministratore delegato della Juve è sicuramente più bravo del fuoriclasse argentino. La Juve è sotto processo per la storia del doping. Rischia la condanna ma intanto Giraudo si permette di usare impunemente la parola doping per parlare della crisi del calcio. Lo definisce "doping amministrativo", mettendo sotto accusa i bilanci delle società. Il "rosso" è diventato il colore comune per molti club, non solo la Lazio e la Roma che presto con gli aumenti di capitale rientrerà in quota, ma anche per l'Inter e per il Milan. I nerazzurri in quanto a conti in rosso sono fuori mercato, mentre al Milan ha dato una sostanziale mano il decreto spalma debiti. Ma non è questo il tema. Giraudo avrebbe dovuto avere il buon senso di tacere e soprattutto non usare il termine doping per apostrofare altre società, in primo luogo la Roma, visto che quando si parla di doping, quello vero, c'è di mezzo proprio la sua Juventus. Guariniello sta indagando a tutto campo, mettendo con le spalle al muro la società bianconera ed i suoi medici. Doping è sinonimo di illecito sportivo, di qualcosa di brutto, che fa tremare al solo pensiero. La morte di alcuni calciatori, infettati da sostanze proibite, avrebbe dovuto suggerire all'amministratore delegato della Juventus un pizzico di buon senso. Nella vita come nello sport si possono avere debiti, ma fare un vanto della saggezza bianconera in fatto di bilanci, è un pugno nello stomaco. Il doping è una cosa seria, che fa paura. Sotto inchiesta c'è la Juve per frode e illecito sportivo, mica le altre società. I debiti si possono ripianare, ai danni causati dal doping non c'è rimedio. Per questo Giraudo avrebbe fatto meglio a tacere.

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