di FABRIZIO MARCHETTI QUEL gesto d'affetto gli è rimasto nel cuore.
Un atto di gratitudine più forte di tutto: delle parole, dei veleni, delle divisioni interne, vere o presunte. La gente manifesterà ancora. Per lui. Lo farà lunedì, nel corso dell'assemblea degli azionisti (la prima convocazione di venerdì non dovrebbe raggiungere il quorum) che reciderà il cordone ombelicale con il dirigente del piano-ingaggi, dell'immagine vincente, dei prezzi popolari, della salvezza. Luca Baraldi. Che ieri ha ringraziato, sentitamente. Parole che escono dal cuore, sincere, vere, come quelle della Curva. «Ora appartengo a un grande club e a una grande città dove ho avuto grandissime soddisfazioni anche dai tifosi, ai quali sarò per sempre debitore. Il segnale che è arrivato da loro è forse qualcosa di nuovo per un dirigente sportivo, e mi ha fatto molto pensare. Io sono una persona seria e corretta, quindi il mio rispetto ora va alla Lazio e ai suoi tifosi». E loro, gli Irriducibili, testimoni del pensiero d'una Curva intera, rilanciano. «Le sue parole ci inorgogliscono. Era dai tempi di Chinaglia che non trovavamo un dirigente così: Baraldi ha dimostrato capacità incredibili e ci ha fatto sentire parte integrante del progetto societario, per la correttezza e il rispetto nei nostri confronti. Ha mantenuto le promesse: perderlo è davvero assurdo, qualcuno dovrà spiegarci i motivi». Anche perché Baraldi, ieri, ha chiarito che l'Inter non fa parte del suo futuro. «Smentisco categoricamente le voci di un mio passaggio al club nerazzurro. Sono amministratore delegato della Lazio fino al 3 novembre, poi vedremo. Se ci sarà un dopo Lazio vedremo quale sarà, ma sicuramente non andrò in altri club». Ringrazia, Baraldi. Le lusinghe dell'Inter l'hanno colpito, ma «Moratti ha gli uomini giusti per trovare la soluzione ai suoi problemi, ammesso che ne abbia. Dal punto di vista professionale mi ha fatto piacere venire accreditato di un ruolo così importante, ma penso solo alla Lazio». La Lazio ci pensa un po' meno, nel senso che ha già deciso di fare a meno di Baraldi, perché il rinnovo non solo non è stato mai discusso ma neanche mai proposto. La Lega, invece, l'aspetta davvero. E la società biancoceleste ripartirà alla ricerca di nuovi equilibri. Longo sarà ancora il presidente, l'avvocato Masoni, già cooptato nel Cda, diventerà probabilmente il vicepresidente esecutivo, spia di un'altra rinuncia importante, quella del prof. Pessi, attuale vicepresidente, prezioso interprete del rilancio biancoceleste. Quindi l'amministratore delegato: non sarà più Baraldi, per scelta societaria. La decisione sarà concordata dai nuovi azionisti, con la complicità dell'attuale organigramma societario. La tifoseria però ci proverà fino in fondo: vuole trattene Baraldi, cercando di far capire il valore intrinseco delle istanze popolari. E Fiore, interrogato sull'argomento, si schiera al fianco del dirigente. «Devo ammettere che l'ho conosciuto superficialmente, ma per Luca Baraldi parlano i fatti, anche perché ha contribuito attivamente al salvataggio finanziario del club. Insomma è senza dubbio una persona da stimare perché ha fatto grandi cose per la Lazio. Capitolo-aumento di capitale riservato ai giocatori: la Proxitalia ha messo a disposizione un numero verde (800-123-795) per chiamare a raccolta tutti i piccoli azionisti in vista dell'assemblea in programma entro il 1 dicembre, in cui servirà il 50,01% del pacchetto azionario. Le adesioni potranno essere depositate cinque giorni prima dell'assemblea. Stankovic, la verità Oggi il serbo chiarirà la propria posizione, direttamente con i tifosi. Un confronto atteso, importante, che arriva a margine della querelle sul rinnovo del contratto e il relativo disappunto manifestato dalla gente. Stankovic sarà ospite, dalle 14, de «La Voce della Nord» su Radio Azzurra 92.9: un modo importante per cercare di parlare con trasparenza, quella chiesta dalla gente. Un mese fa la Curva aveva esposto uno striscione importante: «Resta con noi». Il giocatore s'è chiuso in silenzio: