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Alla viglia del big-match di sabato Maldini si candida al trofeo francese Pallone d'Oro? Ora o mai più

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Paolo Maldini è un simbolo, ormai, più che un giocatore. Sabato sera c'è la grande sfida con la Juve, l'ennesima. E con orgoglio il difensore si guarda indietro per affrontare il futuro: «La cosa più bella per me è stata fare tutte queste partite con la stessa maglia. Cosa difficile e difficilmente pensabile quando inizi a 10 anni». Il Milan è una scelta di vita: «Non ho mai sentito il bisogno di cambiare perchè qui ho trovato tutto quello che un calciatore con grandi obiettivi cerca. Una società ambiziosa e in più i miei affetti vicini, visto che sono di Milano. Il massimo per avere una carriera di successo». È anche per questo che è candidato al Pallone d'Oro: «Se lo vincessi sarebbe molto bello e sarei felice, anche perchè potrebbe essere l'ultima occasione per me, ma è giusto ricordare che dopo pochi giorni la nomina giocherò una finale Intercontinentale. I miei obiettivi veri sono le partite, fare bene in campionato, Champions e nella finale Intercontinentale. Nella mia carriera ho sempre cercato di dare il mio meglio, di fare la mia professione ai massimi livelli e soprattutto di trasmettere i miei valori di ragazzo prima e di uomo poi». Sabato c'è la partitissima... «Si incontrano due squadre lanciatissime, che l'anno scorso si sono giocate una finale Champions. Chi vince sabato, ammesso che una delle due vinca, ha la possibilità di andare in testa. E questo sarebbe importante soprattutto per il morale, battere la squadra più temibile in questo momento potrebbe renderci più forti. Ma il campionato è lungo, chi perde può rifarsi. Milan e Juve si conoscono troppo bene, loro sanno come giochiamo noi e noi come giocano loro. Non esiste nessuna mossa particolare che possa farci vincere o perdere la partita». Il segreto è imparare dal passato. «Dobbiamo imparare dalla scorsa stagione. Il nostro inizio è più che positivo, abbiamo ottenuto 6 vittorie e un pareggio in campionato e abbiamo battuto l'Ajax. Abbiamo più convinzione nei nostri mezzi, si tratta di non ripetere gli errori con le piccole. Se consideriamo poi che le partite importanti in genere non le sbagliamo...». Il segreto, invece, del Milan dicono sia la difesa: «Direi che l'inserimento di Nesta è stato fondamentale. Prendiamo pochi gol pur schierando una squadra offensiva. È una caratterisitica che dobbiamo mantenere».

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