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L'imporante ruolo di Inzaghi

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Questione di famiglia, di Dna. Il gol ce l'hanno nel sangue: Superpippo spopola a Milano, Simone è sottovalutato alla Lazio dove troppo spesso viene sacrificato per privilegiare attaccanti con le polveri bagnate. Ma ora anche Mancini sembra essersi convinto ed è pronto a trovare un posto stabile alla punta piacentina. A confermare le sue doti di cecchino quasi infallibile ci sono i numeri: tra i bomber di inizio stagione lui è il più puntuale in rapporto ai minuti giocati nella varie competizioni. Simone Inzaghi, che ha segnato domenica pomeriggio contro il Bologna il suo sesto gol ufficiale della stagione, ha ribadito di essere pronto a tornare anche in panchina se Mancini lo riterrà necessario. «L'amarezza di non scendere in campo dal primo minuto è forte, altrimenti sarebbe preoccupante. Ho capito che l'allenatore ha una rosa ricca e deve fare delle scelte di volta in volta e io le accetto serenamente. Ho sempre cercato di dare il massimo quando sono stato utilizzato dal primo minuto, come a Londra, oppure quando sono entrato a partita in corso, come all'Olimpico contro il Bologna. Non ho mollato mai e so che potrà capitare altre volte durante la stagione. L'importante è credere in se stessi e vincere». È maturato come uomo e come giocatore tanto che non eccede più in inutili proteste anche quando non gli vengono fischiati falli evidenti (contro il Bologna Natali doveva essere espulso). I tempi del famoso rigore fallito contro la Reggina, che gli costò una lunga esclusione da parte del duo Eriksson e Mancini (sì, proprio lui, allora allenatore in seconda), sono lontani. E ora anche la gente ha capito il suo modo di giocare spalle alla porta, di difendere il pallone, di rubare gol nell'area di rigore avversaria e ha cominciato ad apprezzarlo: «La stima dei compagni e dei tifosi mi gratifica. Quando ho sentito il boato del pubblico al mio ingresso, ho cercato subito di ripagare tanto affetto e ci sono riuscito con un gol importante». Arriva anche una conferma sul futuro (il suo contratto scade nel giugno del 2005): «Mi sento un laziale vero. Durante il mercato avevo avuto la possibilità di cambiare squadra, ma ho sempre rifiutato anche i club che mi garantivano un posto. Nella Lazio non sono un titolare, però mi trovo talmente bene che neanche per un minuto ho pensato di cambiare aria». È soddisfatto di quanto fatto finora, però fissa obiettivi importanti per sé e per la squadra: «Il traguardo è quello di vincere ancora con la maglia biancoceleste. Abbiamo solo un punto in meno rispetto alla scorsa stagione, dobbiamo risalire. Da oggi in poi, grazie al successo contro il Bologna, possiamo soltanto migliorare con la speranza che la malasorte si sia finalmente dimenticata di noi».

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