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«Ci qualifichiamo all'Olimpico»

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Con rabbia. Lo sguardo è proiettato sui prossimi novanta minuti di Champions. Olimpico, rivincita con il Chelsea. Il tecnico ha già fissato l'obiettivo e quando scruta il presente lo fa con il rimpianto di chi era pronto a celebrare un risultato importante e invece colleziona la seconda sconfitta su due partite del tour Milano-Londra. Se la prende, Mancini, con l'ormai chiara difficoltà della sua Creatura in zona gol. «Non riusciamo a chiudere la partita, dovevamo sfruttare il contropiede», riflette lucido il tecnico che poi ricorda a tutti che i giochi sono sempre aperti. «La qualificazione? Dipende solo da noi», che è un po' il decalogo della sfortunata, triste, maledetta notte londinese. «Il Chelsea è una grande squadra, il gol prima o poi te lo fa. Ha campioni tali per cambiare pelle durante la partita, subire ci può stare. Però stavolta eravamo davanti, dovevamo chiudere la sfida. Siamo troppo lenti nelle azioni di ripartenze ma è anche un momento difficile, in cui non ci dice bene e alla prima occasione veniamo puniti. Alla fine abbiamo avuto l'occasione per pareggiare, è stato bravo Cudicini sul colpo di testa di Corradi». La situazione del girone non lo preoccupa. «La situazione, lo ripeto, non è compromessa. Tutto si deciderà alla fine e saremo noi a decidere la nostra sorte». L'analisi generale non lo soddisfa. Vorrebbe rivedere qualcosa, in panchina s'agita, scalcia, urla, quasi volesse rovesciare lui la china degli incontri. «Abbiamo preso due gol strani e dobbiamo essere più concentrati in fase difensiva. Sotto porta, invece, serve maggiore cattiveria, ma questo già lo sapevamo. Peccato, ieri sera s'era messa bene e per questo dispiace ancor di più non avere chiuso prima i giochi. Inutile recriminare, è chiaro, è troppo tardi, dobbiamo fare in modo di dimenticare quello che è successo con una vittoria tra quindici giorni all'Olimpico. Nulla è compromesso». La difficoltà del girone non lo sorprende. «L'avevo detto all'inizio che sarebbe stata dura, non esistono squadre cuscinetto. Lo Sparta Praga e il Besiktas meritano rispetto. Si deciderà tutto alla fine, siamo consapevoli della nostra forza. Ora vogliamo tornare a vincere e ci proveremo subito con il Bologna». Il rimpianto del presidente Ugo Longo. «Primo tempo buono, nella ripresa siamo calati, un peccato. Questa sconfitta ci crea problemi nel nostro girone, adesso dovremo vincere le due partite all'Olimpico contro Chelsea e Besiktas per mettere in cassaforte la qualificazione e andare avanti nella competizione europea». Sfida a Signori La squadra tornerà ad allenarsi nella tarda mattinata di oggi: nella notte è rientrata da Londra con un volo charter e ora Mancini penserà alla sfida con il Bologna di Signori. Da verificare le condizioni di Stankovic, uscito malconcio dalla partita dello Stamford Bridge. Mancini, probabilmente, cambierà nuovamente la Lazio anche perché le due sconfitte in tre giorni hanno lasciato il segno sulla squadra. In attacco dovrebbe esserci spazio, dal primo minuto, per uno tra Lopez e Muzzi. A centrocampo, invece, rientrerà Fiore, con il solito enigma per il ruolo di vice-Cesar. Rimarrà invece ancora fuori Fernando Couto, reduce dal trauma cervicale rimediato domenica scorsa a Milano.

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