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dall'inviato FABRIZIO MARCHETTI LONDRA — Il giorno dopo è ancora rabbia.

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Negli occhi c'è il gol di Stankovic: regolare, sacrosanto, valido, che solo a guardare ancora il replay di quell'azione viene da sorridere quando Puglisi, assistente di linea di Racalbuto, sbandiera e ferma tutto, strozzando in gola l'urlo liberatorio. Sarebbe stato l'1-0, ma per la Lazio. E invece la banda-Mancini ora si trova a fare i conti con una sconfitta che più ci pensi e più non va giù. Pairetto e Bergamo, visti e rivisti i filmati, si sarebbero convinti e, secondo i sussurri, avrebbero già deciso di sospenderlo, Puglisi: tre turni d'anticamera forzata, a fronte d'un errore davanti agli occhi dell'Italia intera (uno scandalo!). Il possibile scenario non rallegra la società, anzi. «Una vergogna», tuona Longo, e neanche il timido sole di Heatrow riesce a colorare la giornata biancoceleste. L'aplomb, per una volta, viene riposto nel cassetto. Il presidente affonda i colpi, con lo sconcerto di chi s'è visto defraudato d'un gol, anzi di una partita. «E' già la seconda volta nel corso del campionato che ci accade una cosa simile. Qualcuno deve intervenire perché così si rischia di falsare una stagione. Non faremo nessun passo ufficiale, è talmente evidente quello che è successo che si commenta da solo: colpa grave direi, vicino al dolo», continua il presidente con tono sicuro e affidandosi alla giurisprudenza, mentre i giocatori, rabbuiati, gli passano accanto nel primo atto della missione-Chelsea. «Non si può neanche dire che è una questione di millimetri, si parla di più di un metro e l'hanno visto davvero tutti e poi Puglisi non era girato di spalle». Anche Mancini la rabbia ce l'ha stampata negli occhi. Ha protestato, in campo. Alla fine se l'è presa con Puglisi, ma non è servito a cambiare una decisione iniqua. «Sono molto arrabbiato. E' un errore madornale, quello di Puglisi: con quel gol la partita sarebbe andato in un altro modo e invece dopo pochi minuti il Milan ha segnato ed è cambiato completamente scenario. Il fatto che certi episodi accadono sempre con certe squadre? Non so dire se sia un caso o meno, certo è che si tratta di cose gravi». Quindi i giocatori, che da Inzaghi a Mihajlovic, dispensano una verità già nota. Lapidario bomber-Simone: «E' evidente quello che è successo, anche mio fratello Filippo se ne è accorto. Era un gol regolare d'altronde». Duro anche Mihajlovic: «Che la rete fosse valida se ne è accorta anche mia moglie che di calcio non capisce niente, oltre al sottoscritto che era lontano 70 metri dalla porta». Infine i tifosi. Che ieri per radio hanno dato sfogo alla loro rabbia per testimoniare i contorni d'una notte maledetta. «Una presa in giro», è il ritornello comune che viene alimentato dalla Curva Nord e dagli Irriducibili. Che vorrebbero una società più decisa. «Quello che è successo è talmente evidente che meriterebbe una presa di posizione dura. Si devono battere i pugni sul tavolo: il nostro appoggio è incondizionato ma è ora di farsi sentire nelle sedi che contano». Ora toccherà alla Lazio, sul campo, cancellare i veleni della notte milanese. Magari proprio domani, con un'impresa nel tempio del Chelsea. A Londra, d'altronde, s'iniziano sempre a costruire le grandi imprese. Come quella del 2000, griffata poi tricolore.

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