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I biancocelesti inseguono a San Siro un successo che manca da 14 anni (20.30, Sky 1)

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La Lazio sfida il tabù-Milan

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La Lazio contro i tabù e i campioni d'Europa. E poi quell'amarcord incrociato Nesta-Albertini-Pancaro, un passato a tinte forti scritto a maglie invertite. Un concentrato di motivi ed emozioni racchiusi in novanta minuti, in quel Milan-Lazio (ore 20.30, diretta Sky Sport 1) che diventa anche la prova del nove per le ambizioni biancocelesti. Mancini ci crede: vuole rompere l'incantesimo e violare San Siro, 14 anni dopo l'ultimo successo nel feudo rossonero (era il settembre '89, 0-1 con autogol di Maldini), al cospetto della formazione rossonera reduce dall'esaltate trionfo nel derby della Madonnina che ha incoronato la nuova stella Kakà. «Sarà una partita bella e importante, ma non decisiva, che noi vogliamo vincere», è il ritornello del tecnico che fissa l'obiettivo e poi indica anche la strada. «Chiedo tre punti e il gioco, perché questo è l'unico modo che conosco per avere una continuità di risultati». Punti e spettacolo: la filosofia di Mancini non fa un piega. E subito dopo spazio all'affascinante sfida col Chelsea. La sfida degli ex Nesta e Albertini, più Pancaro. Milan-Lazio si gioca anche con i sentimenti. E con la storia. San Siro è pronta a vestirsi a festa per salutare il ritorno del geometra Demetrio, per 20 anni faro dell'epopea milanista, mentre la Curva laziale non ammette deroghe: indifferenza e fischi per l'ex capitano scudetto, Alessandro Nesta. Il mancato saluto nel momento dell'addio pesa come un macigno. E poi Pancaro, sei anni di Lazio, testimone vivente di un corso capace di vincere tutto, o quasi, quello che c'era da vincere. Favalli ricorda: «Vogliamo battere il Milan ma sarà bello ritrovarsi tutti in campo, siamo grandi amici e abbiamo vinto tanto insieme». Amarcord quindi, non solo spettacolo. La formazione Dabo ha convinto tutti: giocherà accanto al rientrante Albertini. Il vice-Cesar sarà quindi Stankovic, destinato ad agire sulla sinistra. Due dubbi: Oddo o Couto, Inzaghi o Lopez. Stamattina il provino decisivo. Con Couto in campo Stam si sposterebbe a destra. In attacco spazio al rientro di Corradi. Inzaghi è in vantaggio su Lopez, ma Lopez potrebbe creare sconquassi nelle ripartenze: ballottaggio a oltranza. Ieri provato Conceiçao a destra, con lo spostamento di Fiore: solo un tentativo. Slitta invece il rientro dal primo minuto di Muzzi e Giannichedda. Il tecnico ottimista Punto primo, i rapporti di forza. Che Mancini sovverte senza paura. «Non credo che il Milan sia più forte di noi. L'anno scorso non siamo riusciti a vincere a San Siro perché nel secondo tempo abbiamo avuto almeno due occasioni per fare il 3-1 e non le abbiamo concretizzate». Punto secondo, l'attacco e un valore oggettivo, quello di Inzaghi-Shevchenko che sembra minare i propositi biancocelesti. Mancini fa spallucce ed esalta le virtù dei suoi bomber. «Quello che conta è che abbiamo fatto lo stesso numero di gol. Se i loro attaccanti hanno segnato di più vuol dire che i nostri si sono sacrificati maggiormente per il bene della squadra. Lopez? Sarei felice se Claudio segnasse ma non è un problema». Punto terzo, la forza del Milan. «Quale giocatore vorrei levare ad Ancelotti? Tutti, sono tutti ottimi giocatori». Il tecnico ha convocato 23 giocatori, cioè tutti tranne l'infortunato Cesar, per la doppia trasferta, che dopo Milano presenterà alla Lazio l'ingrato compito di frenare la voglia di rivincita del Chelsea, direttamente allo Stamford Bridge. Capitolo-società: il tecnico smette i panni del manager ed evita i commenti sull'eventuale conferma di Baraldi. «Non voglio parlare di queste cose». La tifoseria invece ne parla, anzi non ci sta: spera che i dubbi vengano dissipati e che Baraldi rimanga al suo posto. Intanto, per completare il piano dell'amministratore delegato c'è in cantiere l'aumento di capitale riservato ai calciatori: per deliberarlo servirà la presenza (nell'assemblea di metà novembre) del 50% degli azionisti. Uno sguardo al futuro senza dimenticare il presente. Che si chiama Milan. La Lazio di Mancini non v

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