di SIMONE BOCCONCELLI È STATO un trionfo.

Gli azzurri tornano così a vincere un match del mondiale dopo otto anni. Era infatti dalla vittoria sui pumas argentini nell'edizione sudafricana del '95 che l'Italia non riusciva ad avere la meglio sull'avversario. È stata anche la partita dei record, mai tanti punti segnati in Coppa del Mondo, il precedente 30-9 rifilato nel '91 agli Stati Uniti, viene ora battuto dalla gara magistrale dei nostri che rimasti concentrati per tutto l'arco degli ottanta minuti non hanno dato l'opportunità ai polinesiani di rimontare il divario, costringendoli alla resa dopo tre mete e 21 punti al piede del preciso Wakarua. Viene vendicato, così, l'unico precedente negativo per noi con Tonga, quel 28-25 maturato nella debacle dell'ultimo mondiale, l'unico conclusosi senza vittorie. Serviva una vittoria per continuare ad alimentare la speranza del passaggio ai quarti, e puntuali sono stati gli uomini di Kirwan, abili e determinati nel cercarla a tutti i costi e raggiungendola con un gioco efficace in attacco quanto attento in difesa. Le tre mete azzurre tutte arrivate dai fratelli Dallan, sempre più «Fratelli d'Italia» per l'occasione, sono il giusto premio per una squadra concreta che non ha mai abbassato la guardia e che è scesa in campo con una grande voglia di vincere. Alla prima segnatura di Manuel e alla doppietta dello scatenato Denis, si sono poi aggiunti i punti di Rima Wakarua, maori neozelandese, che ha debuttato in azzurro subito con un record, quello dei 21 punti fatti, frutto di 5 calci piazzati e 3 trasformazioni. Sicuramente è presto per dirlo, ma l'Italia sembra aver trovato il giusto erede di Diego Dominguez, e per il momento la scommessa di Kirwan che ha azzardato (puntando su di lui e bocciando l'oriundo Pez) sembra azzeccata. Wakarua, al debutto ha mostrato grande tranquillità, buona capacità di gestire la partita e soprattutto un grande gioco al piede, con lunghi calci di spostamento che hanno ricacciato indietro gli avversari nei momenti caldi dell'incontro e con uno score quasi infallibile nei pali: otto centri su sette tentativi. Tutta l'Italia è comunque da elogiare per la bella prova espressa, la potenza del pacchetto di mischia, che ha vinto la battaglia con quello rivale più pesante di 30 kg, ma anche più lento e sovrastato nelle rimesse laterali. Mischia che ha avuto in De Rossi il vero leader, capace di scardinare la difesa tongana con penetrazioni devastanti. Ottima la mediana con il duo Troncon-Wakarua che sembrava giocassero insieme da una vita. Dietro ottimo Stoica, bravo a creare buchi nella retroguardia e soprattutto i fratelli Dallan andati a segno sempre al centro dei pali. Adesso per l'Italia, cinque giorni di meritato riposo, poi martedì di nuovo in campo per affrontare il Canada, che ora appare di un gradino sotto e tentare poi il tutto per tutto con il Galles per agguantare i quarti.