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«Ma non mi fermo qui. E adesso inizio a preparare il prossimo appuntamento di Atene»

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Vale «l'invincibile» si è ripresa al sole dei Caraibi quel trono iridato che l'anno scorso, a Lisbona, aveva momentaneamente ceduto alla russa Bojko. Un oro che Valentina Vezzali ha fortemente voluto e che ha meritatamente conquistato. «È il successo più importante dopo quello di Sydney - ha osservato l'atleta delle Fiamme oro, che prima delle semifinali ha anche ricevuto il trofeo della Coppa del mondo da lei conquistata in questa stagione - e sono felice perchè posso dedicarlo a Vincenzo. Ora posso dirlo: all'inizio del 2003 vedevo nero, poi mi sono messa a lavorare e con l'impegno è ritornata la fiducia, la voglia di battermi». Il giorno prima della gara ho parlato due ore con il mio preparatore, Giulio Tomassini che mi ha dato la carica, dicendomi che la mia scherma ha tutto e che non debbo temere nessuno. Oggi mi sono sentita veramente bene sin dall'inizio. Qualche volta in passato mi ero lasciata rimontare, ma stavolta non è successo. Che differenza c'è tra l'Avana e Lisbona? Che qui ho la maglia al collo e allora no. Quei mondiali sono stati una grande delusione». Il successo ha fatto tornare l'appetito alla iesina. «Certo che non mi fermo per molto tempo. L'anno prossimo ci sono le Olimpiadi e debbo cominciare a prepararle. È un traguardo che non vorrei mancare». Per la Vezzali è l'ottava medaglia azzurra a livello individuale (4 ori, 2 argenti e 2 bronzi), tra quelle conquistate tra Olimpiadi e Mondiali. Con questo nuovo alloro, la Vezzali scavalca Giovanna Trillini (3-2-3) e Paola Pezzo (4-0-2) e si avvicina a Debora Compagnoni (6-0-1). La speciale classifica delle atlete italiane più titolate vede in testa la canoista Josefa Idem con 20 medaglie (6-8-6).

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