Il francese continua a non convincere: pronto il giovane talento romano

Il momento delle scelte, magari anche «scomode». Il pareggio al Franchi di Siena ha rispedito nella capitale una Roma ridimensionata più nella testa che nelle gambe. «S'è rivista la rometta» ha detto più d'uno il giorno dopo. Nessun allarmismo certo, come già ampiamente predicato da tecnico e giocatori nell'immediato dopo gara, Siena è una città che pesterà i piedi a molti in questa stagione, ma una squadra che vuole vincere qualcosa in Italia dal Franchi deve uscire con tre punti in tasca. Rimedi? Tanti e nessuno, ma forse è arrivato per Capello il momento di fare scelte mirate, di metter fuori anche qualche «generale» che in questo momento non sta dando il meglio. Insomma, un turn-over che serva di stimolo a tutti. Del resto proprio il tecnico friulano a inizio stagione aveva specificato che nessuno partita titolare: mentiva e lo sapeva, era la ovvia estremizzazione di un concetto di base giustissimo. Gioca chi sta meglio. Bene, allora in questo momento a centrocampo, tanto per fare un esempio, com'è possibile che non giochi De Rossi al posto di Dacourt? Il francese continua a non convincere, a non dare sicurezza al reparto centrale tenuto comunque egregiamente in piedi dal solito Emerson. E allora perché non dare la sua chance al giovane talento romano che fin qui, ogni volta che è stato utilizzato, è risultato il migliore in campo. È giovane, vero, ma tenerlo a lungo in panchina potrebbe significare bruciarlo: la sua media gol nei minuti giocati è più da attaccante che non da centrocampista. Eppoi, tutti gol belli e pesanti. Segna una volta ogni due partite: due reti in campionato su quattro gare disputate da titolare e una su due presenze nelle Coppe. Niente male per un centrocampista. Capello ci sta pensando e forse sta ancora smaltendo la prima decisione «pesante» della stagione. Quando cioè domenica scorsa a Siena, ha spedito un Panucci ormai completamente recuperato dall'infortunio, in panchina e ufficializzato la maglia da titolare in difesa a Zebina. Bel colpo, considerato che Panucci è sempre stato uno dei «fidatissimi» del tecnico friulano. E vogliamo parlare di un Candela, anche lui recuperato dopo l'infortunio, spedito da Capello addirittura in tribuna? A Trigoria comunque, almeno per il momento, nessuno ne fa un dramma e forse per la Roma anche questo è un segno di maturità, un segnale evidente che qualcosa è cambiato. Il concetto è: tutti uniti per un unico obiettivo... e poi chi va in campo poco importa. Bello, almeno finchè dura.