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A SEPANG invece Valentino Rossi si giocherà il suo secondo match point, dopo quello fallito a Motegi la settimana scorsa.

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Per farlo gli basterà arrivare secondo, perché il distacco dallo spagnolo Gibernau, attualmente secondo in classifica con 58 punti di ritardo, fa sì che il suo vantaggio sia più che al sicuro: nei due rimanenti Gp (Australia e Valencia) restano da assegnare solo 50 punti. Ma nella testa di Valentino, con mezzo mondiale già in tasca, c'è solo il contratto per la prossima stagione. Sembrerebbe quasi certo il divorzio da Honda, che ha dato al pilota di Tavullia l'ultimatum già la settimana scorsa in Giappone: prendere o lasciare ha sentenziato il presidente della Hrc Kanazawa che ha capito il «gioco» al rialzo dell'italiano. Rossi prende tempo quindi, chiede di poter far tradurre il contratto offerto dalla Honda e trasmesso via fax ai suoi legali in Italia e si riserva di decidere nei prossimo giorni. Cosa che ai giapponesi non va proprio giù: forse anche perché sanno di poter vincere anche senza Valentino. Dall'altra parte la Yamaha, l'altro colosso nipponico, che ha offerto un ingaggio spaventoso al campione del mondo in carica e che per averlo farebbe qualsiasi cosa. Il problema è che nella MotoGp ora si vince solo con la Honda Rc211v: questo Valentino lo sa bene e prima di decidere cerca di prendere più tempo possibile. I soldi, o il successo: bel rebus. Intanto la Honda inizia a guardarsi attorno e per il probabile dopo-Rossi si fanno strada diverse ipotesi: la più accreditata è quella che vorrebbe il ritorno in Honda del brasiliano Barros. E Biaggi? per lui non c'è praticamente speranza, rischia di dover restare un anno ancora in Pramac: forse l'ultimo. Tiz. Car.

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