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di LUIGI SALOMONE MAI una vittoria, solo due pareggi in quattro sfide da quando il Chievo è in serie A.

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Intanto perché la banda Mancini è in crisi di risultati e di identità e poi perché gli scaligeri rappresentano un vero e proprio tabù: sono l'unica formazione con cui biancocelesti non hanno mai vinto. E che sfortuna nelle precedenti sfide. Non sarà facile dunque interrompere la serie negativa, ma la Lazio ha l'obbligo di centrare la vittoria prima di una sosta più che mai salutare per ricaricare le pile. Le parole del tecnico Mancini prescrive la cura per la Grande Malata: «La squadra ha solo bisogno di una vittoria. Serve un successo, per ritrovare morale e recuperare meglio durante la sosta. Non è vero che non stiamo giocando bene come lo scorso anno, in questa città i giudizi sono troppo condizionati dai risultati. E a noi ultimamente le cose non sono andate bene». Protesta per le critiche piovute addosso alla Lazio dopo le ultime tre esibizioni al di sotto del proprio standard: «Non si deve parlare di crisi. Va bene per chi perde tre o quattro gare di fila, e non è il nostro caso. Non sono preoccupato e non capisco nemmeno le preoccupazioni degli altri, non mi pare che dovessimo vincere la Champions League e lo scudetto con 10 punti di vantaggio... Siamo attaccati alle prime in campionato e in Europa siamo primi nel girone. Il Chievo? Non è un avversario facile, finora è stato capace di mettere in difficoltà tutti e ha la nostra stessa mentalità, gioca per vincere». I dubbi sulla formazione Conceiçao non è stato convocato e ha pagato così il gesto di insofferenza al momento della sostituzione in coppa. Per il resto Stam ha recuperato e si sposterà sulla destra affiancando Mihajlovic, Couto e Favalli in difesa. A centrocampo Fiore e Stankovic sono sicuri del posto mentre Dabo e Liverani dovrebbero vincere i ballottaggi con Albertini e Zauri anche se non si possono escludere ribaltoni dell'ultima ora. In avanti la coppia più gettonata è Inzaghi-Muzzi anche se Corradi e Lopez scalpitano. Olimpico vestito a festa A sostenere la Lazio in una delle giornate più difficili della gestione Mancini ci sarà un pubblico appassionato e colorato. Di celeste, naturalmente visto che oggi pomeriggio andrà in scena il «Maglia day». I quarantunomila abbonati si presenteranno allo stadio con la maglia regalata dalla società con le firme dei ventidue giocatori che hanno sottoscritto il piano Baraldi dando un contributo decisivo alla salvezza della più antica società della Capitale. Un colpo d'occhio eccezionale che spingerà la Lazio ad uscire fuori da una minicrisi che potrebbe diventare preoccupante se non si batterà il Chievo. Il ritorno di Marchegiani «Sarà una giornata speciale per Luca Marchegiani: Dieci anni non si possono cancellare in un attimo. «on avrei mai pensato che dopo ci fosse un'altra squadra — spiega il portiere del Chievo — che ci sarebbe stato un dopo. Chi l'avrebbe detto che un giorno mi sarei presentato all'Olimpico da ex? Dieci anni sono una vita, impossibili da rimuovere. Nessuna rivincita, ma c'è una cosa che forse dalla Lazio mi sarei aspettato. Una telefonata, qualcuno che mi dicesse Luca, non ci stai più nel nostro progetto. Sarebbe cambiato poco, magari, ma sarebbe stata un'altra maniera di lasciarci. L'accoglienza dei tifosi? Vorrei sentire lo stesso affetto con cui ricordo io la Lazio. Sarò sempre laziale, questo è sicuro».

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