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RIVELAZIONE DELLA BILD

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Il quotidiano «Bild» scrive infatti che a partire dalla prossima stagione, ovvero con un anno d'anticipo su quanto previsto da un precontratto che il colombiano avrebbe già firmato da tempo, questi passerà alla McLaren-Mercedes. A rendere possibile questa soluzione sarebbe un accordo tra Frank Williams e Montoya, che prevedeva la permanenza di un altro anno di Montoya nella sua attuale scuderia solo nel caso in cui egli fosse riuscito a vincere il titolo mondiale in questa stagione, in modo da poter sfruttare la sua immagine vincente nel 2004. Sfumata ormai questa possibilità, la Williams è disposta a lasciar partire il colombiano in cambio di 25 milioni di dollari da parte della McLaren-Mercedes per la rescissione anticipata del contratto. Una somma analoga la scuderia anglo-tedesca l'aveva versata due anni fa per assicurarsi il passaggio di Raikkonen dalla Sauber. A fare un buon affare passando alla McLaren-Mercedes è anche Montoya, che guadagnerà in futuro 12 milioni di dollari all'anno, rispetto ai 5 milioni attuali. Al posto del colombiano al volante della Williams-BMW sarà con ogni probabilità il canadese Villeneuve, al quale la scuderia BAR ha deciso di non rinnovare il contratto. Intanto il manager di Michael Schumacher, Willi Weber, si è affrettato a confermare che il pilota della Ferrari continuerà a correre con le macchine di Maranello come da contratto fino al 2006. Quanto alle voci di un definitivo addio alle corse di Schumi dopo l'ormai probabile vittoria del suo sesto titolo, Weber dichiara che queste «appartengono al regno delle favole». Anche il manager sembra propendere per lo spagnolo Alonso come futuro erede di Schumi nel mondo della Formula Uno e spiega in proposito che «la Ferrari deve cominciare a pensare a ciò che accadrà dopo la scadenza del contratto nel 2006. È infatti quasi certo che Michael smetterà di correre a partire da quella data». Intanto quattro addetti del Nuerburgring, che spinsero in pista Schumi il 29 giugno scorso, dopo egli che era finito sulla sabbia, lo trattano da ingrato. «Non ci ha mandato un invito, neanche una cassa di birra».

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