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MOTO: ALL'ALBA LE PROVE DEL GP DEL PACIFICO

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Per Rossi primo match-point mondialeIl pesarese può laurearsi campione matematicamente ma tiene ancora banco il nodo-contratto

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E allora il taglio di quel traguardo che segnerà molto probabilmente l'inizio di un nuova carriera potrebbe arrivare subito, con tre Gp d'anticipo. La matematica impone pazienza ma il Valentino ritrovato ha una voglia matta di chiudere la stagione qui, sulla pista giapponese di proprietà della Honda. Dovesse vincere anche sul più triste e solitario circuito del motomondiale, quello di Motegi, costruito in mezzo al nulla («Se si chiama Gp del... Pacifico qualche motivo ci sarà» è la battuta che circola tra i piloti che a Rio hanno respirato ben altre atmosfere), e l'iberico Sete Gibernau, suo diretto rivale, non prendere neanche un punto scivolando nell'ultima vera possibilità di rincorsa, il dottor Rossi con un +76 in classifica metterà in bacheca il quinto titolo iridato, il terzo consecutivo nella classe regina, e cercherà la strada migliore per il futuro. Tre le scelte, peraltro note dato che il tormentone dura ormai da parecchi mesi: il campione resterà alla Honda perchè la voglia di vincere a basso rischio prevale? Oserà avventurarsi sulla Yamaha per non sentirsi più dire che a vincere è comunque sempre un motore, un cambio o una forcella? Balzerà sulla Ducati coinvolto in un'operazione di marketing gestita da una azienda tabaccaia che vorrebbe anche piazzarlo sull'ottovolante Ferrari? La Honda non sembra essere troppo preoccupata di perdere il suo Fenomeno. Piuttosto che sentirsi dire che arriva prima grazie al talento del pesarese, il colosso nipponico preferisce cercare di vincere con qualcun'altro. E le possibilità non le mancano davvero, basta rileggere la classifica del Gp di Rio (le RC211V si sono piazzate tra le prime cinque). Lo stesso presidente della scuderia nipponica Suguru Kanazawa ha dato una bella sportellata dichiarando che la HRC è pronta a costruire moto ancora migliori per batterlo. La Yamaha resta la prospettiva più fascinosa per il campionissimo, potrebbe firmare un contratto solo di un anno, essere meno legato ad uno sponsor forte come quella che imporrebbe la Ducati, avrebbe carta bianca con l'altra scuderia giapponese che non vince un titolo da undici anni. Accettare di salire su una Desmosedici creerebbe comunque seri problemi di convivenza tra due galletti italiani non trascurabili. Capirossi ha dimostrato in questa stagione di far correre la Rossa anche alla vittoria e ha unn posto garantito nel team interno, Bayliss non ha deluso affatto. Entrambi hanno un contratto fino al 2004. Per fare spazio a Rossi la Ducati, che dal prossimo anno si presenterà con due team, dovrebbe spostare Capirex nella squadra satellite.

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