Myers: «Tornerei in nazionale»
Le luci dei riflettori le vuole sul parquet, per i suoi gesti tecnici. Ama meno penne e taccuini, ma la presentazione della nuova Lottomatica Roma, pronta a lanciare la sfida in campionato (via domenica prossima nel rinnovato PalaLottomatica contro Roseto) e nell'Eurolega, gli ha regalato un'inaspettata loquacità. «Ci siamo lasciati - ha detto il numero 10 - lo scorso anno dopo l'eliminazione in gara-5 della semifinale. Il ricordo brucia ancora un pò, ma su quella partita ho riflettuto spesso. Qualche errore di troppo nostro, canestri mancati da due passi. Ma da lì bisogna ripartire». Lui lo fa con l'entusiasmo di sempre. «La società si è mossa con la solita volontà per cercare di allestire una squadra competitiva. I nuovi sono giocatori di ottimo livello». Tra di loro c'è il totem Rashard Griffith. «Scendere in campo accanto a dei giocatori di stazza e tecnica come lui ti infonde sicurezza. È stato così anche vicino a Vrankovic a Bologna e lo scorso anno con Santiago». Positivo anche il giudizio sul regista Doremus Bennerman. «Da quello che ho potuto vedere in questi mesi è un giocatore che ha qualità. È intelligente e gli piace coinvolgere gli altri in contropiede. È una dote non da poco visto che ai registi moderni la palla rimane troppo attaccata alle mani». Il campionato che va ad incominciare sarà orfano della Virtus Bologna, ma lui non ha versato troppe lacrime. «Prenderò qualche parolaccia in meno» è la prima battuta. Poi l'analisi si fa seria. «Il problema non è sul nome di chi è stato escluso, ma sul perchè. La Virtus Bologna non pagava regolarmente i giocatori ed allora il provvedimento preso è quello giusto, nel rispetto delle regole. È inutile poi sbraitare e querelare. La colpa è di chi ha gestito la società e la Fip non poteva prendere altri provvedimenti. Anche se sportivamente mi dispiace». Capitolo Nazionale. Se arrivasse la chiamata cosa farebbe Myers? «Il bronzo conquistato appartiene, come la qualificazione alle Olimpiadi, ai ragazzi che l'hanno ottenuto in Svezia. È un loro diritto rappresentarci ad Atene». Ma scavando a fondo si scopre che lui la porta all'azzurro non l'ha chiusa. «Questa estate avevo fatto una scelta per stare accanto a mio figlio. Non la rinnego e la ritengo ancora oggi giusta. Solo che ho visto la finale per il bronzo contro la Francia accanto a Joel e alla fine gli ho chiesto se era felice che il babbo fosse lì accanto a lui o avrebbe preferito vederlo in campo. «In campo» mi ha risposto. Questa cosa mi ha spiazzato». Ed allora ecco il messaggio al CT Recalcati. «Se le gambe mi tengono ancora e il fisico non cede io sono pronto. Senza voler creare problemi a nessuno». La risposta del ct azzurro non si è fatta attendere. Ma Recalcati preferisce prendere tempo. «Non voglio alimentare aspettative, ma è chiaro che quando un giocatore si rende disponibile l'impressione è sempre positiva. Le Olimpiadi, però, sono fra dieci mesi e adesso è presto per parlare e fare valutazioni. Spero di avere l'imbarazzo della scelta e di essere messo in difficoltà non soltanto dai big ma anche da eventuali giovani che si mettono in luce nella stagione che sta per iniziare. L'obiettivo è quello di avere la squadra più forte possibile che non è sinonimo di squadra tecnicamente più forte. Le eventuali aggiunte dovrebbero darmi la garanzia che non andrebbero a incidere sul solido gruppo che ci ha regalato il bronzo in Svezia».