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L'INTER si straccia le vesti indignata per la discussa espulsione di Luciano a Udine e trova una valida ...

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Certamente, Bergamo e Pairetto hanno la loro buona dose di responsabilità nella gestione dei direttori di gara che fischiano nei campionati professionistici. Ma è assurdo imputargli la mediocrità della categoria, a parte 4 o 5 ben noti elementi. Un esempio: Bolognino, il quale senza avere minimamente influito sul risultato di Roma-Ancona, ha però sbagliato in tutto e per tutto l'interpretazione della partita. Ha permesso, infatti, scorrettezze a ripetizione e provocazioni da parte dei giocatori marchigiani guardandosi bene dall'ammonirli, mostrando il cartellino giallo a due romanisti e solo dopo esibendolo al rude Viali, poi graziato da una sacrosanta espulsione per un fallaccio su Cassano. Questo purtroppo, è il metro di giudizio dei nostri arbitri, che poco o nulla rispettano lo spirito del regolamento. Insomma, arbitrano all'italiana, nel tentativo di fare tutti contenti, con il risultato di prendere in giro attori e pubblico. Il tecnico biancoceleste e Totti Nel calcio italiano è vietato sorridere. La frase pronunciata dal Roberto Mancini, «io ero più forte di Totti», è stata evidentemente una battuta, conoscendo, fra l'altro, l'eleganza e i toni misurati del tecnico della Lazio. Invece, apriti cielo, in quanto le sue parole sono state riportate sui giornali con tono serioso. Una dimostrazione, l'ennesima, di quanto qualsiasi appiglio venga buono pur di alimentare persino la più futile delle polemiche. È la stampa, bellezza!, verrebbe da dire, parafrasando Jack Lemmon, cinico, ma anche ironico cronista di nera nel celebre film Prima Pagina. L'Europa per il riscatto Dopo il mezzo passo falso di Empoli, la Lazio, domani sera all'Olimpico, riprende l'avventura in Champions League. L'avversario, lo Sparta di Praga, è ampiamente alla sua portata. Ma la partita servirà a chiarire le ambizioni della squadra biancoceleste, sulla carta accreditata del potenziale per competere sia sul fronte nazionale, sia su quello europeo. La sconfitta interna con il Parma e, poi, il faticoso pareggio in Toscana hanno però fatto sorgere non pochi dubbi su quanto la Lazio possa raccogliere in questa stagione. Che l'organico sia all'altezza è certo, come la compattezza del gruppo, cui si deve lo scorso, miracoloso campionato. Difficile, quindi, individuare le cause di un inizio campionato meno brillante di quanto si ipotizzasse. La risposta — è evidente — deve venire dal campo. Ecco il motivo per cui il confronto con lo Sparta assume un particolare significato, che va ben oltre il match in se stesso.

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