di TIZIANO CARMELLINI QUANDO Capello annunciò qualche «ritocco» sulla preparazione della ...

Mai, nemmeno nell'anno del terzo scudetto, la squadra di Capello aveva iniziato così forte la stagione. Imbattuta dopo cinque gare ufficiali tra Coppa e campionato: quattro vittorie e un solo pareggio (buonissimo) a Torino con la Juve. Capello e il preparatore Massimo Neri hanno lavorato sodo per far sì che la squadra partisse a «manetta». Così è stato, ma questa potrebbe essere solo una delle chiavi di lettura. Già, perché quest'anno c'è un'aria nuova, il gruppo ha ritrovato l'antico feeling e soprattutto sono arrivati giocatori nuovi. Vero, ma la Roma che guida il campionato è, per nove undicesimi, la stessa della stagione. Solo nelle ultime due uscite tutti e tre i «nuovi» acquisti sono stati schierati dal primo minuto da Capello, che comunque ha «svoltato» sempre o quasi per il ritorno di qualche vecchia fiamma: Delvecchio a Udine e Montella con l'Ancona. La difesa Partendo da dietro le novità si fanno sentire. La difesa era stata l'anello debole della Roma della scorsa stagione. L'arrivo di Chivu ha ridato lustro a un reparto che finora non è andato mai in affanno e, ovviamente, ha trasmesso sicurezza a tutta la squadra. Il rumeno è un fuoriclasse vero e questo, più o meno, si sapeva. Ma il suo contributo è anche psicologico, perché anche Samuel è tornato ad essere il «vecchio» Samuel e Zebina non fa altro che crescere. Nervosismo a parte (domenica scorsa è stato graziato dall'indecisione di Bolognino) è una delle certezze della nuova Roma. Cresce a vista d'occhio e con il passare delle partite sta acquisendo la sicurezza che gli era mancata lo scorso anno. Il quarto lì dietro, almeno fin quando non torneranno definitivamente a disposizione Panucci e Candela, è un Dellas spettacolare. Il greco, come sempre del resto, s'è fatto trovare pronto e ha sfornato un paio di prestazioni di tutto rispetto. Il centrocampo Era il vero dubbio di Capello che, perso Cafu a destra e senza un esterno di ruolo a sinistra, temeva il peggio. Invece dal cilindro Baldini ha estratto tale Mancini: giovane talento parcheggiato un anno a Venezia. Beh, il nuovo arrivato finora non ha fatto rimpiangere il pendolino giallorosso che invece continua a stentare a Milano. Ha corsa, piedi, testa e vede la porta: cosa che non faceva il suo predecessore. Quando capirà meglio i movimenti in copertura di Capello, diventerà uno degli inamovibili: ma è già sulla buona strada. Il resto sono conferme. Con Emerson in grande forma e un Dacourt che ha trovato sulla sua strada quel giovane fenomeno di De Rossi. «Meglio avere di questi problemi» il Capello pensiero sull'argomento eccedenze. Eppoi c'è Lima, che con il passare del tempo inizia ad acquisire i movimenti dell'esterno sinistro: sulla tecnica bisogna ancora lavorare un po'. Per quello comunque c'è sempre Candela. L'attacco Ma la cosa che più tira è l'attacco. Capello finalmente va fisso sul tridente e la Roma inizia a volare e a divertire i suoi tifosi. Totti è al top della sua carriera e con l'aiuto della Roma cerca di agguantare il suo primo Pallone d'Oro. Cassano è finalmente maturato diventando un giocatore vero, uno in grado di fare la differenza. Ma la Roma ha ritrovato anche il Montella migliore che potrebbe diventare l'uomo in più della stagione. Mai come ora l'attacco della Roma è completo. Ha mille soluzioni diverse e mille modi di poter affrontare una partita. Mancava la torre? Bene, ecco il colosso norvegese Carew, che in meno di dieci giorni ha già dimostrato di poter dare il suo a questa Roma. Eppoi c'è Delvecchio, pallino storico di Capello, unico in grado di attaccare e garantire la copertura che il tecnico pretende. La carta in più della Roma, potrebbe essere proprio una panchina lunga che oltre a «vecchie» volpi annovera anche qualche talento emergente. Sì, De Rossi, ma anche D'Agostino, vera e propria spina dorsale dell'Under di Gentile.