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Favalli, il record nel mirino

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Domenica sera toccherà 273 presenze con la maglia biancoceleste. Giuseppe Favalli, capitano della Lazio manciniana, è quasi sul podio (D'Amico è vicinissimo e poi l'eroe del primo scudetto ha disputato due campionati di B) e potrebbe puntare al record storico di Puccinelli. Per riuscirci dovrà rinnovare il suo contratto in scadenza a giugno e giocare almeno altre tre stagioni con la Lazio. Lui ci spera anche se non è nel suo stile fare richieste ai dirigenti. L'allenatore lo adora, i tifosi lo amano: tutti aspettano la buona notizia del nuovo contratto e la possibilità di centrare lo storico traguardo che gli permetterebbe di entrare per sempre nella storia del club. Favalli che cosa ricorda dell'esordio con la Lazio a settembre del 1992? «Fu un'emozione grandissima. Ero giovane, appena arrivato da una piccola squadra come la Cremonese. Per me giocare con la Lazio era un sogno che diventava finalmente realtà». Qual è il ricordo più bello di questi undici anni di matrimonio? «La vittoria dello scudetto, senza dubbio. Un pomeriggio straordinario che sembrava non finire mai. Siamo passati in poche ore da un'altra delusione alla gioia più grande». A proposito, quel Lazio-Parma fu davvero triste. «Solo chi ci è passato può comprendere la rabbia della squadra per quello scudetto sfumato all'ultima curva». Il compagno di squadra con cui hai più legato? «Alessandro Nesta, un vero amico dentro e fuori dal campo». Quello più simpatico? «Scelgo Gazza, faceva scherzi divertentissimi anche se a volte esagerava». Il giocatore che ha più odiato perché la faceva soffrire. «Gullit, uno che quando partiva non lo prendevi mai». Cambiamo discorso: Gaucci vuole ingaggiare una donna, come la marcherebbe lei? «Solo il presidente del Perugia poteva partorire un'idea del genere. Giocare con una donna mi sembrerebbe davvero strano ma sono un professionista e non mi farei scrupoli nel compiere qualche intervento scorretto». Stankovic sta vivendo malissimo la trattativa per il rinnovo del contratto. Che consigli gli darebbe? «Nessuno, Dejan deciderà in tranquillità. Posso dire che in allenamento lavora sodo per ritrovare la forma migliore. E, secondo me, è quasi al top e lo dimostrerà già domenica sera ad Empoli». Terzini sinistri, questi sconosciuti: perché non ne nascono più in Italia? «Me lo sono chiesto spesso. Quasi tutti quelli mancini preferiscono agire più in avanti e così c'è una crisi evidente nella posizione più difensiva». Riesce ad individuare un suo erede? «Per carità, a queste domande si risponde quando si sta per smettere e invece io voglio andare avanti ancora tre o quattro anni». Il suo contratto scade a giugno del 2004? «Lo so, ma io ora penso solo a giocare e a vincere ancora con la Lazio». Ma se rinnovasse l'accordo con la società potrebbe ambire al record di presenze... «Sarebbe favoloso riuscire a superare Puccinelli. Mi mancano ancora una settantina di presenze, diciamo almeno tre campionati». È passata la voglia di andare via alla ricerca di nuove ambizioni emersa la scorsa estate? «Sto qui e sono felice così. Per il futuro non ho ancora deciso». Quanto ha pesato Mancini sulla sua decisione di fermarsi ancora a Roma? «Tanto perché è fondamentale lavorare con una persona che ti stima e ti tiene in grande considerazione. È chiaro che alla fine ho deciso io, però il parere dell'allenatore è stato molto importante per me». Come lo vedi negli ultimi tempi: nervoso oppure determinato come ai bei tempi? «Mancio crede molto in questa squadra e nelle possibilità di lottare per centrare i massimi traguardi. Rispetto all'anno scorso ci trasmette ancora più la convinzione che si può vincere davvero». Peccato per la sconfitta con il Parma. «Un incidente di percorso che non cambia le nostre ambizioni». Torniamo al record di presenze. Ce la farà, dica la verità? «Speriamo, ce la posso fare e non dico bugie». Così parlo Giuseppe Favalli, l'antidiv

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