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di FRANCO BOVAIO DUE ANNI fa, quando la Roma andava dietro a Davids, la Juve chiese ...

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Sempre lui, poi, quest'estate fu il più richiesto dal Chievo nella trattativa per Legrottaglie. In entrambi i casi, però, Sensi rispose picche ed oggi si gode i frutti di quei rifiuti. De Rossi, classe '83, è infatti diventato l'alfiere dei giovani cresciuti a Trigoria a pane e pallone. Figlio dell'attuale allenatore della Primavera, oggi è un centrocampista già pronto per la prima squadra, bravo nel costruire il gioco, nel rubare palla agli avversari e anche nel fare gol. Nelle sue ancora poche apparizioni ai massimi livelli (7 in campionato, 3 in Coppa Italia e 2 nelle Coppe Europee), infatti, ha già realizzato 4 reti: 3 in A e 1, bellissima, l'altra sera contro il Vardar. Stop a seguire sul lancio di Dellas e pallonetto degno del miglior Totti che ha lasciato a bocca aperta un po' tutti. Eppure, nonostante le sue imprese recenti, De Rossi è rimasto il ragazzo tranquillo che è sempre stato. Nato e cresciuto a Ostia, raramente la abbandona, perfino d'estate. Lì c'è il suo mondo, la fidanzata, gli amici d'infanzia, lo stabilimento balneare della nonna e della zia (lo Sporting Beach) e quel mare che adora. Alla Roma arrivò nel '95 grazie ad uno degli stages estivi che Bruno Conti organizza nella sua Nettuno per scoprire talenti in erba. A portarcelo fu il padre, inserito nei quadri tecnici del corso messo su dal grande Bruno. Da lì il passo verso Trigoria fu breve e Daniele divenne subito uno dei ragazzi più promettenti delle giovanili giallorosse. A quei tempi giocava trequartista, un po' più avanti di dove oggi lo impiega Capello, e dal suo vecchio ruolo si è portato dietro il fiuto del gol. Tutto fa pensare che dopo Totti sarà proprio lui il nuovo campione prodotto da uno dei settori giovanili migliori d'Italia. Gli altri Se ormai tutti conoscono De Rossi, non va dimenticato che alle sue spalle stanno crescendo altri ragazzi molto interessanti. Tra loro anche D'Agostino, che nonostante i due campionati di B col Bari, in A ha appena giocato uno spezzone di partita nell'anno dello scudetto 2000-01. Anche lui l'altra sera non ha sfigurato contro i macedoni, dimostrando di avere tutte le qualità per far bene in A. E poi Zotti, che per la passione per la musica a Trigoria chiamano «il portiere con la chitarra». Un altro su cui Conti crede ciecamente e che deve proprio a lui se è riuscito ad esordire in A e in Uefa. Due anni fa, infatti, aveva deciso di smetterla col calcio e solo Conti riuscì a fargli cambiare idea. Per ora fa il secondo a Pelizzoli, ma quando tornerà Lupatelli potrebbe essere dato in prestito ad una delle squadre che lo hanno richiesto. Una sorte che è già toccata ad altri due ragazzi da non dimenticare: Pepe ed Aquilani. Il primo, attaccante dal gol facile, sta cercando di ritagliarsi uno spazio nel Palermo destinato alla serie A; il secondo, regista dal tocco vellutato, fa altrettanto nella Triestina, dove ha già segnato un bel gol. Insomma, piccoli campioni crescono. Con De Rossi in vetrina, un sorriso che vale il futuro.

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