3 RETI IN 5 GARE
Il centrocampista di Rende si sta confermando su livelli altissimi: è lui l'uomo in più di questa Lazio manciniana che vive sulle geometrie di Albertini, sui recuperi difensivi di Stam e sulle giocate offensive dell'ex centrocampista dell'Udinese. «Quello di Istanbul è stato un successo importante - sentenzia Fiore - vincere la prima partita in trasferta su campo difficile come quello del Besiktas è certamente un buon segnale, ma dovremo restare con i piedi per terra e rimanere concentrati in ogni partita. La differenza rispetto alla passata stagione è che siamo consapevoli della nostra forza e non ci accontentiamo di giocare bene, quest'anno vogliamo vincere e per farlo dovremo riuscire ad essere più continui rispetto al campionato scorso, quando le possibilità di vincere lo scudetto vennero cancellate all'inizio del girone di ritorno con una serie di prestazioni negative da parte nostra». Tre gol nelle prime cinque partite impreziositi da un assist vincente per Cesar nel ritorno del preliminare di Champions League contro il Benfica. «Sono contento di aver iniziato con il piede giusto. Il nuovo assetto tattico della squadra mi consente di avere maggior libertà: la presenza di Albertini e Stankovic in mezzo al campo mi svincola dal compito in fase di impostazione, ed è anche per questa ragione che riesco ad arrivare in zonagol più facilmente. Albertini è un maestro nell'impostare gioco e io in questo modo posso esprimere al meglio tutte le mie qualità dalla metà campo in avanti». L'eccellente stagione di Fiore lascia tranquilli i suoi due allenatori: Mancini e Trapattoni. «Sono due tecnici molto preparati, e per certi versi si somigliano: sanno intervenire al momento giusto e conoscono la maniera migliore per comunicare con i propri giocatori. Mancini si sente ancora un po' giocatore, talvolta vorrebbe infilarsi le scarpette per darci una mano in mezzo al campo».