Basket Con il bronzo agli Europei il ct ha vinto un'altra scommessa
Lui, Carletto Recalcati, fa sfoggio di modestia. «Non ho mai allenato una squadra così unita. Il merito è loro, dei ragazzi. Un gruppo granitico che non è solo cuore, ma anche tecnica». Recalcati, che quando era giocatore era l'uomo a cui ogni tecnico avrebbe affidato il tiro della vita, il cromosoma della vittoria ce l'ha nel sangue. Crescere, diventando giocatore affermato ed uomo nella Cantù dei grandi che sfidava Milano e Varese nella leadership italiana degli anni '70, lo ha forgiato. E da allenatore non è stato da meno. La B d'eccelenza a Bergamo per farsi le ossa. Poi Reggio Calabria e quindi Varese, per uno scudetto vinto contro ogni pronostico. Che valse la chiamata di quella Fortitudo Bologna, troppe volte delusa, che aveva bisogno gettare via la polvere dalla propria bacheca immalinconita dal vuoto. E lui è riuscito dove grandi della panchina, come Bianchini e Skansi, avevano fallito. Primo ed unico scudetto regalato alla Effe scudata, per accettare poi, dopo un esonero immeritato che ancora brucia, il richiamo azzurro del dopo-Tanjevic. Dove ha compiuto l'ennesimo capolavoro della propria carriera. «Ha ragione Galanda - ha detto il Charlie della Brianza - questo bronzo vale come un oro». E la riconoscenza verso i suoi ragazzi è in parole chiare, che sgombrano il campo da dubbi su chi meriterà le Olimpiadi. «I dodici che hanno conquistato il bronzo si giocheranno le loro possibilità assieme a Tonolli, Carraretto, Garri, Pozzecco e, speriamo, qualche nome nuovo che il campionato ci regalerà». Solo un piccolo accenno ai grandi assenti, ai fuoriclasse campioni del diniego. «Non credo che loro si proporrebbero». Ed ora, mettendo per un pò l'azzurro da parte, Recalcati si lancia in una nuova entusiasmante sfida. Lo ha chiamato la Montepaschi Siena che, terminata l'infatuazione turca per Ataman, il Terim del basket, ha chiesto al CT part-time di lanciare la sfida scudetto alla Benetton Treviso, alla Fortitudo Bologna, a Pesaro e a Roma. La città del Palio potrebbe coronare il proprio sogno. Perchè ha scelto un coach gentiluomo. E un allenatore vincente, che non guasta mai.