Todt: «Possiamo vincere anche questo mondiale»
Mai sottovalutarci. Noi torniamo sempre al nostro livello. Siamo troppo forti per non riuscirci. E ora sono tornati a guardarci in maniera diversa». Michael Schumacher, lasciando il circuito di Monza, si è tolto una ulteriore serie di sassolini che, dentro le sue scarpe, in questo periodo tremendo spazzato via dall'impresa del Gp d' Italia dovevano essergli sembrati macigni. Sarà un caso, ma il grande Frank Williams, che l'altro giorno aveva sostenuto esplicitamente come la crisi Ferrari consistesse forse e soprattutto nel declino di Schumacher, è uno di quelli che, come dice il tedesco, si è dovuto ricredere: «La Ferrari metterà sicuramente ulteriore legna nel suo fuoco per le prossime due gare. Stiamo a vedere cosa succede», ha detto preoccupato il boss della scuderia che sta cercando di prendersi quello che da anni Maranello non concede a nessuno. A critiche come quelle di Williams Schumi a un certo punto deve aver cominciato a crederci, se domenica ha potuto dire che quella di Monza è stata la più bella vittoria della sua carriera. La sua è stata una reazione alle critiche e ai suoi stessi dubbi che lo ha entusiasmato. Questi sono gli elementi che, a suo dire, hanno reso speciale il successo monzese: «Beh, direi che è speciale per un sacco di motivi. Perchè nelle ultime due gare era andata molto male. Perchè è la 50/a vittoria in Ferrari. Perchè è decisiva per il mondiale. Perchè vincere a Monza davanti ai nostri tifosi è speciale in sè. La sensazione che si prova su quel podio è grandiosa». Ma è soprattutto una svolta nella carriera, la risposta del fuoriclasse a tutti quelli che non vedono l'ora che declini e che gli fa dire di essere «entusiasta» del proprio lavoro già come test-driver dal dopo Budapest in poi. Venuto a Monza ha risposto anche all'assalto interno del pur strepitoso Barrichello e dopo sei sessioni di qualifica in cui subiva è andato a prendersi una perfetta pole position. E poi il trionfo in una gara che è entrata nella storia. Che vantaggio le dà il successo in Italia? «È ovviamente importante, anche se non riesco a capire in modo chiaro che cosa nelle prossime due gare giochi a favore o a sfavore». Jean Todt sostiene che Indy sia qualcosa a metà tra Hockenheim e il Canada, che Suzuka premi più di altri circuiti la guida e dunque dovrebbe dare un vantaggio a Schumacher. Il quale sembra anche più ottimista quando spiega che la pista Usa è una roba a metà tra Silverstone e Monza, dunque due piste dove la Ferrari anche quest'anno si è imposta. A Indianapolis è inoltre annunciato dal capo della scuderia uno step importante delle Bridgestone che già ieri hanno risposto alla grandissima alla Michelin: «Posso dire - ha spiegato Schumi - che abbiamo in programma test importantissimi. Dal punto di vista psicologico so che devo mantenere l'ottimismo. Ho buone sensazioni per gli Usa e il Giappone». In Germania si dice che ha vissuto un «italian moment», un momento di rilassamento. «Non ho ancora avuto il tempo di rilassarmi. Lo faccio solo la sera della gara. Non è ancora venuto il tempo di farlo. Penso a Indy e a Suzuka. Poi avrò il mio «italian moment».