La prima verifica arriverà domenica
La sfida arriva presto, decisamente troppo presto, ma dopo due giornate, in cui l'una e l'altra hanno preso a pallonate le avversarie di turno, con risultati pressoché identici, sarà l'occasione per una prima, importante verifica delle rispettive ambizioni. La forza della Juve era data per scontata, mentre buona parte della critica è rimasta sorpresa dall'arrivo della Roma, in particolare dal saggio di calcio di alta scuola impartito al Brescia. A questo punto, sarà importante vedere con quale formazione deciderà di scendere in campo Capello. Se ci saranno le tre punte più Mancini vorrà dire che il tecnico è, convinto di avere fra le mani una super squadra, in grado d'incutere timore a chicchessia. Altrimenti, il segnale sarà inequivocabile: una discutibile, maggior cautela negli incontri con le altre candidate allo scudetto. Torino, dunque, rappresenta pure un crocevia tattico. In un calcio malato, qual è attualmente quello italiano, per vicende che riguardano un sistema allo sbando, un ruolo determinante lo giocano gli arbitri. Tanto discussi lo scorso campionato, hanno l'obbligo di essere credibili, di non alimentare sospetti che provocherebbero il disamore definitivo della gente per bene. Nel complesso, nelle prime due giornate, non hanno demeritato. Certo, non sono mancati gli errori, né le proteste dei dirigenti delle squadre danneggiate. Niente, però, di eclatante, sbagli che rientrano nella logica, a meno di non pretendere dei direttori di gara robotizzati. Ma la prima, vera prova del fuoco è rappresentata da Juve-Roma, una sfida avvelente da oltre vent'anni, fonte di polemiche infinite che risalgono addirittura al gol annullato a Turone nella primavera del 1981 e che costò alla Roma lo scudetto. Questa volta l'arbitro che verrà sorteggiato non può fallire, anche se la pressione psicologica sarà tutt'altro che lieve. Ne va del futuro del nostro amatissimo pallone.