Il volley torna una miniera d'oro

Il copione si ripete, con brevi pause, da quindici anni: è ancora festa per la pallavolo azzurra, arrivata sul tetto d'Europa per la quinta volta nella sua storia. Una storia che riparte da Berlino, dove l'Italia del nuovo ct Gian Paolo Montali ha ristabilito le distanze con le altre nazionali: gioco, spettacolo e ancora le magie di quei «vecchietti» che da sempre guidano per mano la squadra, che non si accontentano e ora puntano dritti ai Giochi di Atene. La carica dei trentenni, da Andrea Sartoretti, eletto miglior giocatore del torneo, a Samuele Papi, sempre determinante, all'altro Andrea, Giani, l'uomo dei record: diciottesimo oro per lui quello conquistato domenica sera, (il quarto europeo), 431 presenze in nazionale. Ma per il centrale napoletano, emiliano d'adozione dopo quindici anni tra Parma e Modena, ogni vittoria ha il sapore della prima. «È una gioia indescrivibile - racconta l'azzurro - e questa volta è come se fosse stata la prima. Vincere un europeo così, tornando sul podio dopo alcune difficoltà e non da favoriti è fantastico. Quando abbiamo messo a terra l'ultima palla ho provato un'emozione grandissima». Una vittoria costruita con testa e talento: quello dei veterani unito a quello dei nuovi inseriti dal ct. «Alla base del successo ci sono tante cose - spiega Giani - grande contributo lo hanno dato i giocatori di Treviso, i nuovi inseriti e anche il cambio dell'allenatore che ha dato un'impostazione diversa alla squadra, ora molto equilibrata e convinta dei propri mezzi. Poi noi abbiamo fatto la nostra parte». Loro i veterani che hanno giocato insieme ai big come Zorzi o Gardini sono ancora lì, in campo con i Cernic e i Mastrangelo, la nuova generazione di un'Italia che però vuole ancora dettare legge. Non è più l'era di Velasco, l'uomo venuto dall'Argentina e capace in dieci anni di far vincere tutto al volley azzurro, ma con Montali si riapre un ciclo. «È un gruppo bravo tecnicamente - continua Giani - ed è una squadra che potrà vincere ancora molto». Lo sguardo vola verso Atene, perchè l'oro olimpico è l'unico che manca nella bacheca traboccante di trofei. Ma prima c'è la World Cup, in programma dal 16 al 30 novembre in Giappone, dove l'Italia cercherà di strappare il pass olimpico. «Sarà un appuntamento decisivo - continua Giani - e l'Olimpiade è l'obiettivo a cui miriamo. Per me, poi, sarà l'ultima apparizione in nazionale». Per l'europeo vinto Giani ha una dedica molto speciale, a Davide Barbolini, il compagno di squadra alla Kerakoll Modena morto il 19 novembre scorso in un incidente stradale: «Volevo farlo se avessimo vinto lo scudetto - racconta - ma per questo titolo mi piace pensare a Davide». E ieri tutti a casa, dopo la notte di festa: prima la cena in un ristorante italiano iniziata intorno a mezzanotte e condita dai discorsi di tutti i protagonisti e poi consueta fuga in discoteca fino all'alba. Un altro capitolo di storia della pallavolo azzurra è stato scritto: la copertina però è sempre la stessa degli ultimi 13 anni, una palla vincente di Andrea Giani.