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De Rossi: «Con Emerson è tutto più facile» Sul presente: «È un sogno che si avvera». Sul futuro: «Deciderà Capello, rispetterò le sue scelte»

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Adesso Capello a centrocampo come in attacco, ha solo l'imbarazzo della scelta. Tra le «belle» novità della Roma che ha asfaltato il Brescia all'Olimpico, c'è un talento capitolino: Daniele De Rossi classe 1983. E se lo scorso anno era poco più di una promessa, adesso è una realtà di questa squadra che corre alla pari delle altre grandi del campionato. Ieri per De Rossi solo complimenti, da Capello, Emerson e da tutto il mondo. Una gara praticamente perfetta che ha consentito al diesel brasiliano di arrivare con qualche minuto di ritardo nel match. Capello, il tecnico che lo ha lanciato in serie A se lo coccola, ma lui resta a testa bassa, con l'umiltà che contraddistingue un ragazzo di buona famiglia. «Per me è già un onore far parte di questa rosa — attacca sull'argomento — poi giocare e avere la stima del mister mi rendono ancora più felice. I complimenti in genere fanno sempre piacere e e quando arrivano da uno dei più grandi tecnici in circolazione, la cosa non può far altro che lusingarmi. Diciamo che è un bel sogno che sta pian piano avverandosi». Sulla partita che ha tracciato un solco tra la Roma e le altre del campionato tiene la linea del resto del gruppo giallorosso. «Abbiamo giocato bene, soprattutto nel primo tempo, attaccando alla grande: siamo stati molto bravi a concretizzare tutte le occasioni». La chiave di volta del suo successo e dell'inserimento fulmineo negli schemi della nuova Roma porta una firma: quella di Emerson che a fine gara ha elogiato pubblicamente il giovane compagno di reparto. De Rossi replica. «Nella Roma ci sono tanti giocatori bravi e con tutti mi trovo bene, ma con Emerson s'è creato un feeling particolare. Lui in campo mi muove come un burattino e in due parole mi fa capire qual è la posizione più giusta da tenere in quel momento: averlo al tuo fianco quando giochi vuol dire avere un aiuto incredibile e tutto ti riesce bene». Umile quindi, senza peli sulla lingua e spigliato in campo. Ha già capito quale sarà il suo ruolo in questa squadra e la possibilità di dover aspettare per il futuro non lo preoccupa. «Sì, lo so, sono giovane. ma non devo avere paura di sbagliare e soprattutto non devo avere paura di essere così giovane. Io sono fatto così, scendo in campo, gioco e cerco di vivere alla giornata. Il mio utilizzo? Deciderà il mister come e quando utilizzarmi e tutto quello che arriverà per me andrà più che bene». Adesso, semmai, Capello dovrà prendere delle decisioni dolorose. Già, perché a partire da domenica prossima, con il rientro di Candela e Panucci, ma soprattutto di Dacourt, là in mezzo ci saranno quattro maglie libere per sei o sette giocatori. Ma, come dice il tecnico friulano in questi casi, meglio aver problemi d'abbondanza che altro. A lui la scelta finale e il resto del mondo non può far altro che aspettare.

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