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«CARRARO è stato regolarmente eletto dall'Assemblea e quindi deve andare avanti».

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Le nazioni con lo sport nelle scuole sono all'avanguardia, un binomio troppo importante». Ad affermarlo è il Presidente del Coni, Gianni Petrucci, in una intervista a 360 gradi rilasciata a Darwin Pastorin per Sky Sport, che andrà in onda oggi alle 19,30 su SKY Sport1. Petrucci affronta tutti i temi più importanti legati allo sport italiano, dalla situazione finanziaria del Coni, ai giochi olimpici invernali del 2006 organizzati a Torino, alle procedure per i controlli anti-doping. In generale, il massimo dirigente sportivo italiano si è detto ottimista sullo stato di salute dello sport nel nostro paese. Le risposte delle Federazioni sono i risultati sportivi: «si guardi al basket, alla pallavolo ed anche ai successi della Formula 1». Sull'eventualità che il Pallone d'oro possa essere assegnato a Totti, Petrucci si dice d'accordo: «fino a qualche tempo fa, quando viaggiavo all'estero, mi parlavano di Fellini e della cucina italiana, oggi tutti mi parlano di Totti». Nonostante le recenti e forti polemiche, che hanno investito soprattutto il calcio, «la macchina funziona, la politica non comanda lo sport che ha l'autonomia che merita». Alla domanda sull'attuale posizione di Carraro, a seguito della bufera estiva che ha investito il Presidente della Federazione Calcio, Petrucci ritiene che «essendo stato eletto deve andare avanti». Sulla predominante importanza che il calcio ha nello sport italiano, il capo del Coni è esplicito: «La cultura sportiva di una nazione si vede dai successi di tutte le Federazioni. È mio compito far avvicinare tutti gli sport alla popolarità che ha il calcio», anche se bisogna riconoscere «il calcio quale fenomeno sociale economico ed industriale» che, con un periodo di forte dibattito interno, si sta adeguando, offrendo ai calciatori contratti meno onerosi. I ricordi più belli che Petrucci ha, in una vita spesa per lo sport, sono comunque legati ai successi di Sidney, mentre il ricordo 'dolceamarò sono i mondiali di calcio disputati in Italia nel '90 in cui «la nazionale arrivò terza, pur non perdendo una sola partita». Quelle del Presidente del Coni sono dichiarazioni a tutto campo. Riguardano anche i momenti difficili che il ruolo rivestito gli ha imposto di affrontare: «so reagire ai momenti di difficoltà, come capita a chi si occupa di sport, è una cosa che mi piace, per cui non faccio la vittima nei momenti difficili; onestamente, nello sport italiano sono più le gioie -conclude- che i dolori».

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