Schumi risorge La pole è sua

Non si era smarrito, non era finito, quella flessione che sembrava annunciare una parabola discendente non è ancora una crisi di identità. Semmai una sterzata improvvisa, nulla più. «Datemi tempo, risorgerò» diceva a chi insinuava avesse ridotto d'improvviso la marcia del suo successo. Il tempo stavolta l'ha trovato, eccome. E avrà fatto rabbia ed invidia a chi come Montoya baldanzoso, infagottato nella sua tuta bianca e blu, annunciava prima del rondò monzese che non ce n'era per nessuno. Monza, impacchetta e infiocchettata neanche fosse Natale con tutto quel rosso abbagliante sugli spalti, riconsegna ai tifosi del Cavallino quel pilota «antico» che fa la differenza dilatandola con il suo talento, che guida con la leggerezza di una libellula e graffia con la potenza di un leone. È sua, di Michael Schumacher, la pole (1'20"963) del Gp d'Italia agguantata con una Ferrari rinata (terzo tempo per Barrichello), semmai bastassero quattro giorni di test e una mini-rivoluzione sull'aerodinamica. E dopo tanti mesi di attesa (17 maggio a Zeltweg, in Austria), quel posto d'onore in prima fila, con a fianco il nemico Montoya bruciato per soli 51 millesimi, vale doppio anche perchè adesso il Mondiale è un gioco di scacchi e di posizioni da custodire, di ingranaggi psicologici delicati. Schumi ha costruito il suo crono fatato soprattutto nel terzo settore, percorso con la perfezione nelle mani, nei piedi e nella testa di chi a Monza ha oggi molto da perdere ma anche parecchio da guadagnare. Nei primi due tratti del circuito Montoya, con la Williams sempre ruggente e strabiliante per velocità, lo anticipava prima di 5 millesimi e poi di 76, ma nel finale, nella doppia curva prima del rettilineo, è bastata al colombiano un leggera sbavatura per bruciarsi il vantaggio. A dare valore aggiunto alla pole c'è la composizione della griglia anche in vista di possibili giochi di squadra che a questo punto del Mondiale hanno un peso specifico per nulla trascurabile. Schumi può controllare Montoya fino all'ingresso della prima chicane (sperando che il grip delle Bridgestone in partenza non sia così inferiore a quello delle Michelin) e avere come spalla Barrichello (a 279 millesimi dal leader) che in seconda fila ha preceduto la McLaren di Raikkonen. In casa Williams Ralf Schumacher ha dato forfait. Al suo posto c'è lo spagnolo Genè, collaudatore Williams assente dalle gare da oltre due anni, che ieri ha ottenuto il quinto tempo precedendo la Renault di Jarno Trulli. In casa McLaren invece il finlandese volante sa che potrà contare soltanto sulle sue individualità perchè di David Coulthard ormai c'è traccia solo dalla quarta fila (ottavo dietro alla Bar di Button) in poi. Per la Ferrari una griglia da sfruttare senza errori per non compromettere un sabato gonfio di ottimismo e di prospettive.