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di PIETRO ZANARDI MONZA — È in ripresa ma non basta, corre spedita ma non troppo.

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Cosa nasconde questa Ferrari che non smette di inseguire e non trova più il... tempo per un sorriso? Il venerdì di Monza lascia ancora una scia di interrogativi e una sola certezza. Gomme strette o larghe, panciute o meno, libere di ruotare fuori dalle regole o dentro i millimetri regolamentari della Fia, la Williams che monta Michelin resta un fulmine e Juan Pablo Montoya il suo lampo di genio e talento. Il colombiano che t'aspetti, caricato come mette una bella riga sulle Rosse piena di baldanzoso ottimismo e se il gap tra i sudamericani è di soli 128 millesimi, fanno pensare e temere molto di più i sei centesimi di ritardo di Schumacher dalla pole (1'20"656 il tempo del colombiano) e oltre mezzo secondo da Rubinho. Per picchiare duro sulle insicurezze altrui Montoya fa ruotare bene anche le parole affermando che «i nuovi pneumatici sono ancora migliori di quelli precedenti» e la Rossa del venerdì chiusa ai box in cerca di dare corpo alle sue innovazioni fa finta di nulla confidando sulla piena rinascita delle Bridgestone: «Vanno bene, molto bene». Chi bluffa? È evidente il disagio stagionale di Schumi eppure non è chiaro se ciò sia dovuto alla difficoltà di adattamento alle nuove regole o ai segnali di cedimento di quello che sembrava il cannibale delle piste e che ora si accontenta di prendersi le briciole. Ieri ha girato con quella pulizia di guida che lo ha reso un fenomeno ma la bellezza dei disegni non serve se c'è un Mondiale da griffare, probabile che essere sceso per primo, su una pista che quindi offriva meno grip, abbia accelerato il ritmo del cronometro. Ma non sembra davvero una giustificazione sufficiente. Schumi, il vero Schumi ancora non c'è. Oggi si saprà se i quattro giorni di test hanno cambiato il vento delle Rosse che ieri hanno ricevuto ai box la visita del cardinale Tettamanzi. E anche quello delle McLaren, rinnovate nell'aerodinamica ma al momento più inguaiate delle Ferrari. Raikkonen, quinto, si fa precedere dalla Toyota di Da Matta, assai spuntata (ma ormai non è più una novità) l'altra freccia d'argento di Coulthard. Tra i primi cinque tempi ci sarebbe stata anche l'altra Williams se Ralf Schumacher non avesse ritardato troppo la frenata alla chicane, tagliandola di netto e per questo retrocedere in ultima posizione (insieme a Verstappen, senza qualifiche per un problema tecnico). Se Trulli è risultato settimo, comunque ancora davanti al compagno di squadra Alonso, fa quasi tenerezza assistere con la Jordan alle esibizioni di Fisichella che non vede l'ora che questo Mondiale finisca. Per Schumacher e i suoi diretti concorrenti invece è proprio oggi, con le delicate qualifiche del terz'ultimo appuntamento iridato, che inizia l'avventura. Monza è il crocevia che porta al titolo e la sfida per la pole potrebbe anche essere decisiva per stabilire quale strada prenderà l'iride.

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