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Dopo l'accordo tra i presidenti stasera parte il torneo cadetto Preziosi: «Tutto si sarebbe potuto risolvere molto prima»

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A questo accordo comunque si poteva arrivare prima, evitando scioperi e manifestazioni. I termini di una mediazione potevano essere accettati già una settimana fa ma alla fine si è preferito optare per un momento di riflessione in più. L'importante, però, è che da adesso si torni a parlare di calcio giocato». Ha approfittato della presentazione di Aldair, Enrico Preziosi, per chiudere con un accenno, minimo, di polemica la estenuante vicenda che ha tenuto con il fiato sospeso la Serie B. Finalmente stasera si va in campo, più per dimenticare in fretta il braccio di ferro tra i «presidenti ribellI» e la Lega di Galliani che per mettere in classifica i primi punti. Oggi il Consiglio Federale della Figc, guidato da Franco Carraro, ratificherà l'accordo tra le società cadette concernente il capitolo promozioni e retrocessioni e la mutualità, che resta a venti senza essere allargata alle quattro ripescate. In via Allegri si dovrà decidere sulla seconda giornata da rigiocare, omologando definitivamente i successi esterni di Cagliari e Como sui campi, rispettivamente, di Catania e Napoli. Dalla querelle estiva, nata sulle ceneri del ricorso al Tar del Catania che ha aperto la strada ad una B a 24, i presidenti della serie cadetta non escono nè vincitori nè vinti: il tira e molla per decidere il sospirato avvio del campionato, se da un lato ha ricompattato la categoria, ha però inasprito gli animi di tifosi e calciatori, questi ultimi decisi a scendere sul piede di guerra qualora la situazione non si fosse sbloccata entro un termine accettabile. Quando ci sono battaglie così «cruente» si suole contare il numero delle «vittime»: tra color che hanno perso può tranquillamente iscriversi il presidente del Cagliari Massimo Cellino, passato in un batter di ciglia da capo della sommossa a tesserato modello. È però giunto il momento della riappacificazione e nulla come il campo può aiutare a ritrovare la serenità smarrita in queste settimane di caldo afoso. Ed è allora il caso di rituffarsi sulle vicende agonistiche, sulla terza giornata di B che diventa la prima, su incontri che non tradiranno le attese, come la sfida tra Genoa e Livorno dei presidentissimi Preziosi e Spinelli (saranno duemila i tifosi toscani che raggiungeranno il capoluogo ligure), i derby veneti tra Venezia e Vicenza e Verona e Treviso, sull'esordio del Palermo, la grande favorita per la corsa alla A, in casa della neo-promossa Avellino. Dopo le scene di tafferugli e disordini ancora vive negli occhi, stasera (fischio d'inizio alle ore 20.30) il calcio sarà l'unico protagonista. In attesa di capire come vorranno comportarsi i supporters del Vicenza, che per domenica hanno minacciato la serrata nell'esordio al Menti con la Fiorentina contro l'allargamento del torneo. Più o meno come la vede Zeman, tecnico dell'Avellino: «La B a 24? Equivale ad una condanna, ad una fucilazione dell'etica sportiva. Si potevano trovare altre soluzioni come ad esempio un campionato a 20 squadre e lo spareggio Napoli-Venezia. Per me lo sport è morto, è diventato solo politica». La speranza comunque è che, passata la bufera, prevalga solo il buon senso. Sarà una B molto simile ad una A2: mai come in questa stagione ci sono così tante squadre scudettate (sei: Napoli, Verona, Genoa, Torino, Cagliari e Fiorentina) e delle 24 partecipanti solo in tre non hanno mai conosciuto l'ebrezza della vetta in A (AlbinoLeffe, Messina e Treviso).

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