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di MASSIMO CICCOGNANI SOFFRE, stringe i denti, lotta coi denti, trova il gol con Inzaghi e lo difende.

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Qualificazione ad un passo: basterà battere l'Azebargian l'11 ottobre a Reggio Calabria. Si gioca in una bolgia e non c'è neppure fair play a Belgrado perché i tifosi di casa poco simpaticamente fischiano l'Inno nazionale italiano. Ma non sorprende. Venti minuti di Serbia Montenegro. I padroni di casa fanno di tutto e di più. L'Italia subisce e non può farne a meno, ma stringe i denti. Cirkovic è un fulmine di guerra e sulla destra, gli attaccanti serbomontenegrini fanno un gran movimento senza palla liberando Milosevic che partendo da dietro, riusciva ad inserirsi con autorevolezza in zona tiro. Quattro conclusioni per i padroni di casa in avvio. La difesa azzurra sembra in affanno, qualche smagliatura di troppo, perché in mezzo Tacchianrdi e Perrotta non riescono a fare filtro e perché Zambrotta è costretto a seguire come un'ombra lo scatenato Cirkovic. Trapattoni vede e provvede. E così chiede prima a Del Piero di giocare leggermente più arretrato per cercare di cucire tra il reparto centrale e la prima linea, a Zambrotta di allargarsi e avanzare il suo baricentro al fine di tenere Cirkovic e a Inzaghi di coprire sulla sinistra quando i serbi rilanciano l'azione. Lampo Inzaghi Venti minuti di Serbia. Poi, l'Italia. Un lampo che gela il Marakana. Gran giocata di Cannavaro che mette in mezzo, Vieri stacca in volo e riesce a toccare di quel tanto che basta per allungare la traiettoria della sfera verso Inzaghi. Il milanista è in agguato, intuisce il tocco morbido del compagno e scatta in mezzo ai difensori serbomontenegrini, apparsi per la prima volta frastornati. SuperPippo è un gigante in mezzo ai marcantoni serbomontenegrini, lo smalto è quello dei giornimigliori, lo scatto fulminante. Finisce così per trovarsi a tu per tu con Jevric e lo batte con un tocco morbido. Italia in vantaggio, lo «Stella Rossa» ammutolisce. Esce fuori l'Italia Adesso è un'altra partita, perché gli azzurri, forti del vantaggio, prendono a macinare gioco e costringono gli avversari nella loro metà campo. Cresce soprattutto il diligente Camoranesi che prova a infastide dalla sua parte gli slavi. Ma il vero gioiello di questa Italia è Alex Del Piero, il migliore, non solo in fase di rifinitura, ma preziosissimo anche in fase difensiva. Davvero encomioabile lo juventino che nel finale prova a fissare il punteggio ma la sua conclusione su calcio piazzato trova il portiere Jevric pronto a bloccare a terra. Ma un plauso lo merita anche Buffon che in un paio di circostanze è bravo nel chiudere sulle puntate offensive dei padroni di casa, soprattutto su una incertezza di Panucci. Ma lo juventino si è dimostrato ancora una volta insuperabile. Serbi all'arrembaggio La Serbia Montenegro chiaramente non ci sta e inizia la ripresa ventre a terra alla ricerca del pareggio. Determinati e l'Italia finisce con il subire l'assalto dei padroni di casa. Trapattoni, preoccupato della situazione, prova a cambiare, inserendo Gattuso al posto di Camoranesi. Inizialmente doveva toccare a Fiore, ma Trapattoni, vista la concretezza degli uomini di Petrovic, ha preferito inserire il più grintoso Gattuso. Si soffre. Trapattoni si accorge che la squadra sbanda davanti agli assalti di Milosevic e compagni. Poco importa lo spettacolo, aveva detto il Trap alla vigilia, conta solo il risultato. E il fine giustifica il mezzo. Così Trapattoni toglie Inzaghi e inserisce Fiore per dare più concretezza al reparto centrale per contenere la Serbia e portare a casa il prezioso risultato. C'è da stringere i denti e lottare, ma il temperamento azzurro non manca. La partita si fa aspra, senza esclusione di colpi. Finale all'arma bianca. L'Italia regge, arriva la notizia del pari della Finlandia in Galles, ma al 36' arriva anche il pari della Serbia, peraltro meritato. Lo segna Ilic, sotto misura, dopo l'ennesima prodeza di Buffon su Milosevic: e finisce 1-1. Adesso tocca solo battere l'Azebargian

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