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Il neo-giallorosso picchia un compagno in nazionale e il cittì lo sospende

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La Norvegia caccia Carew

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Questo il biglietto di presentazione di John Carew, neo-acquisto giallorosso (la sua prima ufficiale a data da stabilire), cacciato per rissa dal tecnico norvegese Nils Semb. «È inaccettabile un comportamento del genere» ha detto il cittì scandinavo prima di prendere la decisione che sospende il giocatore per una sola partita. Carew non ci ha pensato molto, ha fatto spallucce e invece di restare in ritiro con il resto del gruppo, è rientrato in Italia e si è messo a disposizione della Roma che lo ha già fatto allenare nelle prime ore del pomeriggio di ieri. Con lui, per uno strano scherzo del destino, Montella che aveva chiesto alla società di poter «posticipare» la sua seduta d'allenamento. I due si giocheranno una maglia da titolare nella stagione appena partita. Il motivo della lite non è chiaro, ma sembra che Riise, non esattamente un gentiluomo, durante la partitella di ieri non avrebbe passato il pallone a Carew che si sarebbe risentito. Per tutto risposta Riise avrebbe sputato sulle scarpe da gioco del colosso di Capello: al battibecco in campo, è seguito il cazzottone in pullman e la sospensione. Ma Riise getta acqua sul fuoco. «Dopo ci siamo stretti la mano, tra me e Carew non ci sono problemi». La cosa insomma sembra finita così e la conferma arriva forse anche dallo stesso Carew che una volta finito l'allenamento non ha voluto toccare il tasto Riise. Scuro in volto, visibilmente contrariato per la vicenda che probabilmente gli potrebbe complicare il futuro in nazionale (intanto salterà l'amichevole di questa sera contro il Portogallo), il nuovo attaccante giallorosso ha voluto parlare solo di Roma. «Eccomi! Sono pronto, pronto per giocare nella Roma. Per me è un grande onore essere qui, questa è la più grande squadra con la quale ho giocato finora, è l'occasione della vita». Tanta buona volontà e la voglia di spaccare il mondo, di dimostrare di essere da Roma, di guadagnarsi un posto da titolare. Insomma, Carew è pronto, inutile provare a contraddirlo. «Non è vero che sono indietro di condizione. Ho partecipato alle partite nel pre-campionato in Spagna e giocato con la mia nazionale. Quindi se Capello mi chiama io sono pronto». Ieri dunque primo impatto con Trigoria, primo allenamento e contatto con parte della squadra. «Impressioni? Ottime, tanto per l'impianto, quanto per la gente che ci lavora. La squadra poi la conoscevo già. È una Roma da scudetto». Carew non fa promesse, ma ha già le idee chiare. «Ho parlato a lungo con Capello e insieme abbiamo pianificato la mia stagione. Domenica? Spero di essere già in campo, ma se fosse altrimenti andrebbe bene lo stesso: sarà per la prossima partita». Difficile fare un pronostico su quanti gol del norvegese potrà contare la Roma. «Non parlo di numeri, ma prometto di fare il massimo per meritarmi la conferma a fine stagione. Adesso ho un contratto per una stagione (i giallorossi hanno un diritto di riscatto a giugno fissato a 6 milioni), ma nei miei programmi futuri c'è ancora la Roma... e per molti anni. Spero di riuscire a dare a questa squadra quello di cui ha bisogno».

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