di PAOLO TOMEI BASTERA' pareggiare con l'Azerbaijan a Catanzaro il prossimo 10 ottobre, ...

In fin dei conti, la sconfitta di Novi Sad ferisce l'onore, ma non pregiudica classifica e qualificazione. Gentile voleva, alla vigilia, un test probante per la sua difesa e i serbi lo accontentano volentieri. I padroni di casa, che hanno ancora velleità di qualificazione, vogliono vincere e attaccano sin dalle prime battute gli azzurrini. Le sortite slave arrivano un po' da tutte le parti, ma, visti i ritmi non eccessivamente elevati, la retroguardia italiana si difende benino, facendo scudo sulle offensive avversarie senza grandi apprensioni. La Serbia ha un'unica occasione nei primi 20': Lazovic è smarcato da un errore difensivo, ma sulla sua conclusione è pronto Amelia. Tuttavia, pru senza creare clamorose occasioni, gli uomini di Petrovic prendono in mano il pallino del gioco. D'Agostino, l'uomo di maggior talento nell'Italia, è relegato largo a sinistra, impossibilitato ad accentrarsi perché impegnato a controllare ora Markovic, ora Milovanovic, veri cursori sulla corsia di destra. Proprio Markovic va in percussione al 26' e mette al centro un cross per la testa di Delibasic: deviazione alta di poco. Il gol è nell'aria e arriva al 29' grazie a una magistrale punizione di Milovanovic. L'Italia, allora, prova a reagire. Cosa tutt'altro che semplice in quanto i serbi impediscono ai ragazzi di Gentile di giocare. Falli tattici a metà campo, mischie, qualche colpo proibito di troppo. La partita si fa bruttina e l'arbitro, l'islandese Jacobsson, tira fuori un cartellino giallo solo allo scadere per ammonire Mijailovic, autore di un brutto fallo su Gilardino. Troppo poco. Peccato, perché gli italiani si rammaricano per due contatti sospetti in area serba. Uno al 12' su Borriello, e uno al 31' su Zaccardo, non sanzionati con la stessa, incisiva solerzia. Nella ripresa, Gentile inserisce Gasbarroni e l'Italia cresce, nonostante gioco duro e provocazioni serbe. Al 19' Brighi, solissimo, manda alto di testa, De Rossi lo imita al 22', mentre al 28' è il portiere di casa a dire di no. I serbi si coprono: l'1-0 potrebbe significare il passaggio del turno come migliore seconda. Finisce 1-0, tra nervosismo (espulso Amelia) e botte finali dovute a un arbitro insufficiente. Un epilogo che non fa onore alla cornice internazionale.