Inzaghi raggiante: «Notte indimenticabile»
E invece è diventata la più bella delle realtà. È lui l'eroe della serata, lo sa bene. Pippo Inzaghi è tornato: prima tripletta in azzurro, diciottesimo gol, raggiunto Vieri. È un fiume in piena come pre nde a parlare. Ne ha di sassolini da togliersi dalle scarpe. E attacca prima ancora che gli vengano poste domande. «Ho risposto con i gol alle critiche. Bellissime reti, una soddisfazione enorme. Dopo aver saltato il mondiale pensavo di non avere più una occasione per giocare al fianco di Vieri ed invece l'occasione c'è stata. Una serata indimenticabile. Ho segnato una tripletta, con la Nazionale, nel mio stadio, quando mai potrò dmenticare questa data?». Lei e Vieri, una gran bella coppia, dentro e fuori dal campo «È vero perché io e Bobo siamo amici nella vita di tutti i giorni. Dividiamo in azzurro la stessa stanza, andiamo in vacanza insieme, c'é una bellissima amicizia e tra noi non esiste la parola invidia, gelosia e l'abbraccio che Bobo mi ha riservato dopo il gol dell'1-0 ne è la dimostrazione». Eppure dopo il primo tempo sembrava la classica partita stregata. «Lo abbiamo pensato anche noi, quella palla che non voleva saperne di entrare in rete. Ma sapevamo che stavamo giocando bene e che il gol prima o poi sarebbe arrivato. Eravamo determinati, convinti nei nostri mezzi. Adesso speriamo di ripeterci contro la Serbia perché noi, il calcio italiano, abbiamo bisogno di vincere qualcosa di importante». E quando rientrerà Totti cosa succederà? «Quando tornerà uno come lui, può anche starci di finire in panchina perché Totti è un campione con la C maiuscola». E con Trap tutto risolto? «Voglio precisare una cosa: io non ho mai detto di volere il posto fisso come ha scritto qualcuno. Accetto le decisione del mister perché non mi ritengo un presuntuoso. Aggiungo pure che Trapattoni non mi ha mai trascurato e io non mi sono mai sentito trascurato. Questo è giusto che si sappia e non sarò certo io a creare problemi a questa Nazionale». Lo specchio della felicità Pippo Inzaghi. Campione d'Europa con il Milan, la Supercoppa, adesso il ritorno in azzurro coronato da una prestazione superba. Non segnava da 859', tanti per uno come lui. E ha voluto rifarsi. Con tutti gli interessi. Ma l'umore azzurro è anche Zambrotta: «Se gioco bene da terzino devo tutto a lui. Mi ha insegnato a sacrificarmi per il bene della squadra. Questo gruppo ha dimostrato che nel momento del bisogno c'è sempre». La felicità è quella di Oddo. Il laziale è entrato e ha cambiato il corso della partita. «Dico che è stato un caso che con il mio ingresso sono arrivati i gol. Aggiungo però che a Belgrado mi piacerebbe partire titolare».