Trap crede nel miracolo: «Aspetto Totti»
Il ct fa combaciare due casi distinti - quello presunto dell'assente Totti e uno vero del ritrovato Inzaghi - in un'unica soluzione: il numero 10 atteso fino all'ultimo è rimasto a casa ma potrà essere accolto a braccia aperte per la Serbia in caso di portentosi miglioramenti, al suo posto rientra il numero 9 a lungo lasciato in soffitta e che ora benché sostituto innaturale ottiene di nuovo le chiavi dell' attacco azzurro, con Vieri. «Con il Galles, servirà peso offensivo», la spiegazione del ct. Quanto alla Serbia, ci si ragionerà dopo. Anche se Trap ha chiarito di pensarci già ora, sperando in San Francesco. In un colpo solo, dunque, risolto il caso del milanista che in nazionale voleva garanzie di giocare e fugati i dubbi su nuovi attriti con il romanista. Un po' più difficile, per Trapattoni, è stato spiegare come riuscirà a sostituire Totti con Inzaghi rimanendo fedele al modulo post-mondiale. «Nonostante l'assenza di Totti, resto fedele al modulo», l'inizio di Trap. «Del Piero può giocare trequartista, anche se a sinistra ora sta facendo bene anche nella Juve: e io non voglio snaturarlo». Spazio a Inzaghi, dunque? I due moduli alternativi sono per ora messi sul piano del 50 e 50, anche se dalle parole sul centravanti del Milan sembrano venire chiare indicazioni. «Totti è un giocatore unico - la replica di Trapattoni - Senza di lui manca chi dà la palla di prima. E allora c'è Pippo che ha il senso del gol». Fino alle «sette di domenica sera», per ammissione del ct, la matassa doveva però essere ancora intricata. Di sicuro lo era quella su Totti. «Avevo a cuore la chiamata di Totti più di qualunque altro, giornali compresi - ha spiegato Trapattoni - ho parlato con tutti, mancava solo il Padre Eterno: sono stato 48 ore attaccato alla cornetta, poi ho saputo che il giocatore faceva fatica a camminare. E non ho alcun motivo di credere che potesse venir qui. Si trattasse di un infortunio muscolare, lascerei perdere, c'è una percentuale di rischio. Ma questo è dolore, dunque una cosa soggettiva: se sparisce e torna ad allenarsi, domenica mi servirà un test per verificarne le condizioni, perché in ogni caso rischiare un giocatore fermo da 20 giorni non lo faccio più». Così nel programma azzurro è comparsa un'inconsueta partitella alle 10 di domenica, alla sveglia da Italia-Galles, contro i ragazzi dell'Inter alla Pinetina. «Intanto il giocatore è a Roma, chissà che non succeda un miracolo...». Quanto agli altri infortunati, potrebbero bastare le cure dei medici azzurri. Abbiati si unirà al gruppo appena sfebbrato, per Vieri le possibilità di recupero sono «molto alte», così come non preoccupa la lieve contrattura di Delvecchio: più pesante la situazione di Perrotta, alle prese con una distrazione. Anche in questo caso il ct conta nel recupero difficile, se non altro per evitare le altre mille domande su chi bussa alla porta azzurra. «Albertini? Seguiamo tutti - la replica di Trapattoni - Lui c'è ora, e c'era prima. La porta è aperta a tutti». Non c'è spazio neanche per il talento di un Cassano. «Per certi giocatori si tratta di questione di vaccino, ai miei tempi c'era la quarantena - spiega Trap, lasciando capire che se ne potrà riparlare a fine stagione: faccia bene con la Roma quest'anno, dimostri di non essere più un campione in erba ma un campione».