Oggi Assemblea di Lega. Galliani vuole che il torneo cadetto parta domenica I ribelli chiedono 6 promozioni. Il Tar respinge il ricorso di Cellino contro il Coni
E oggi in Lega Calcio, in un'assemblea convocata per discutere unicamente del format dei campionati, i presidenti di B continueranno la loro battaglia contro l'allargamento a 24 squadre. Como e Napoli hanno già deciso di scendere in campo domenica per la seconda giornata di campionato, ma quella del San Paolo potrebbe essere l'unica partita che verrà regolarmente disputata. «Le altre 18 squadre sono compatte e il fronte è tutt'altro che spaccato», assicura infatti Ivan Ruggeri, presidente dell'Atalanta. Ruggeri non considera «per nulla scandalosa» l'ipotesi di infliggere dei punti di penalizzazione alle società ripescate: «Non è una proposta del gruppo - precisa Ruggeri - ma solo di alcuni presidenti. Ma non la trovo per nulla scandalosa». Resta comunque una grande amarezza di fondo per un presidente che ha sempre deciso di seguire la strada della giustizia sportiva e adesso ha perso la voglia di rimanere in questo mondo: «Devo essere coerente e non voglio sputarmi in faccia quando mi guardo allo specchio. È un calcio marcio e, se le cose rimangono così, io non ci resto più. Non mi riconosco più in questo mondo, non c'è più nessuno che lo voglia mantenere pulito e non ci sono più persone che rispettano le regole. A fine stagione, sono pronto ad andarmene». A meno di improbabili colpi scena, comunque, salteranno diverse gare di coppa Italia in programma stasera, ma per quelle di domenica non sarà facile per Adriano Galliani trovare una soluzione che accontenti tutti. Il presidente di Lega non ha intenzione di rinviare ulteriormente l'inizio del campionato di B e quindi chiederà a tutte le società di giocare. Ma per convincerle, dovrà offrire qualcosa di più di cinque promozioni in serie A, come prevede la sua proposta di riforma dei campionati che Ruggeri non intende neanche prendere in considerazione. Se far partire le quattro ripescate con dei punti di penalizzazione sembra un'ipotesi improbabile, Galliani potrebbe rivedere il suo format aggiungendo almeno un'altra promozione e l'abolizione di playoff e playout, come chiesto dall'Associazione calciatori, che a Roma ha riunito giocatori di quasi tutte le squadre di B per trovare una soluzione che sblocchi il campionato. La decisione del Tar del Lazio di non esaminare con urgenza il ricorso presentato da 18 presidenti di B contro l'allargamento a 24 squadre («non sussistono ragioni di estrema gravità e urgenza»: questa la motivazione con cui il Tar del Lazio ha respinto con un decreto presidenziale il ricorso presentato contro il Coni, la Fiorentina, il Catania, il Como, il Genoa, la Salernitana e il Napoli. Per la discussione del merito la causa è stata fissata al 16 settembre) non preoccupa più di tanto il presidente del Cagliari Massimo Cellino, che ieri si è detto disposto a ritirare il ricorso se tutto si risolverà nei prossimi giorni. L'assemblea di oggi sarà quindi fondamentale, ma forse non decisiva perchè è probabile che i presidenti di B chiederanno un altro rinvio a Galliani: «Ma domenica si deve partire», ha detto domenica il presidente di Lega. «Non decide e non comanda da solo», gli ha ricordato Ruggeri. «Oggi prevarrà il buon senso», sentenzia il presidente del Como Enrico Preziosi, che ha pagato con «retrocessioni, 900 mila euro di multa e due anni di inibizione» le sue battaglie contro Carraro. «Ma io volevo denunciare un sistema e l'ho fatto da solo. Il loro obiettivo, invece, qual è?». «Vogliamo - risponde Ruggeri - l'azzeramento dei vertici del calcio e il ritorno a 20 squadre. Vedremo chi cede per primo». Intanto i presidenti dei club in «sciopero» contro l'allargamento della serie B a 24 squadre si sono dati appuntamento ieri sera all'Hotel Gallia di Milano, in vista dell'assemblea di Lega di stamattina. I primi ad arrivare sono stati il presidente dell'Atalanta, Ivan Ruggeri, e quello del Torino, Attilio Romero: «Siamo qui per preparare l'incontro - ha detto Romero - nel quale ci aspettiamo delle controproposte».