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«È un giocatore giovane e la pressione potrebbe minare la sua tranquillità Era preferibile chiudere il discorso durante il ritiro»

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È l'amico, il confidente, il consigliere del tecnico, interpretando talvolta il ruolo di allenatore in campo. Sinisa Mihajlovic è il capitano senza fascia di una Lazio che sta spiccando il volo: tre vittorie in altrettanti confronti ufficiali pongono la squadra di Mancini in pole position per la corsa scudetto. Mihajlovic, la sua squadra gioca il miglior calcio d'Italia, qual è il segreto? «La formazione è cambiata pochissimo rispetto alla scorsa stagione e in rosa ci sono moltissimi giocatori di livello. Quando scendiamo in campo cerchiamo di divertirci e di divertire, e spesso riusciamo nel nostro intento, ma tutto questo non accadrebbe se non fossimo allenati da un bravo come Mancini». Dove può arrivare questa Lazio? «Possiamo soltanto migliorare. Lo scorso anno non avevamo la consapevolezza della nostra forza, e talvolta siamo stati frenati da questo problema. Nella passata stagione non abbiamo perso nessuno scontro diretto con le nostre avversarie, e questo ci lascia ben sperare per il campionato che è appena ripartito. Siamo migliorati rispetto alla passata stagione, sono arrivati dei bravissimi giocatori ed i problemi societari sono stati risolti». Ci sta dicendo che potrebbe essere l'anno buono? «Sto solo dicendo che nella passata stagione per troppe volte noi stessi non abbiamo creduto nelle nostre potenzialità. Con maggiore determinazione e cinismo possiamo ottenere dei grandi risultati». L'età media dei giocatori della Lazio - 29,9 anni n.d.r. - dimostra che la rosa non è giovanissima. «Credo che questo possa essere un pregio: quando ho iniziato la mia carriera da professionista, un giocatore di 30 anni era considerato un vecchio. Oggi l'età media si è alzata: sono dell'idea che per ottenere dei grandi risultati occorra un buona buona formula fatta di forza ed esperienza. La Lazio ha sia calciatori giovani capaci di dare forza, sia giocatori navigati in grado di mettere a disposizione degli altri tutta la loro esperienza». Lei si sente abbastanza giovane per poter andare avanti? «Mi diverto ancora moltissimo a giocare a calcio e mi auguro di continuare a farlo ancora per lungo tempo. Ho il contratto in scadenza a fine stagione ed ho sempre avuto un ottimo rapporto con la società, ma voglio meritarmi sul campo il rinnovo contrattuale». A proposito di contratti, Stankovic non ha ancora raggiunto l'accordo con la società per il prolungamento. «Stankovic si è messo a disposizione della società, lui vorrebbe restare alla Lazio ma per fare un matrimonio è necessario essere in due. È dura ritrovarsi ogni giorno sul giornale e ogni giorno vedere una destinazione diversa: Deki - Stankovic n.d.r. - ha soltanto 24 anni ed è turbato da questa situazione e la vicenda non aiuta neppure il resto della squadra che indirettamente ne subisce le conseguenze. Andando avanti in questo modo lui diventa sempre più nervoso e sempre meno disponibile, credo che in questo momento vada lasciato tranquillo, ma prima si risolve questa storia e meglio è». Lei e Stankovic salterete il confronto con l'Italia per squalifica. «La Serbia ha tanti giocatori squalificati e per noi sarà dura. Mi è parso strano - e Mihajlovic sorride n.d.r. - che tutti i giocatori serbi che erano in diffida nella gara contro il Galles fossero puntualmente puniti con un cartellino giallo....». Qual è la favorita per la vittoria per lo scudetto? «La Juventus mi ha fatto una buona impressione, ma se riusciremo ad essere più cattivi sotto porta la squadra da battere sarà la nostra». Che idea si è fatto dopo un'estate di tribunali, fidejussioni e deroghe per acquistare giocatori? «L'Italia è bella perché è un paese senza regole...è per questo fatto mi piace più della Serbia dove di regole ce ne sono fin troppe».

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