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I NUMERI DI SUPERMARCO

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60in giallorosso. Un'impresa che gli ha permesso di agganciare Fasanelli al settimo posto della classifica dei migliori marcatori romanisti di sempre in serie A (sesto è Da Costa a quota 71). Niente male per uno che nella Roma si è spesso sacrificato in ruoli diversi da quello di attaccante centrale anteponendo gli interessi della squadra ai suoi. Ma chissà che ora che si è riscoperto centravanti non riesca a ripetere le sue stagioni giallorosse più prolifiche. La prima (1995-96), in cui arrivò a novembre fortemente voluto da Mazzone che lo schierò spesso accanto a Balbo o come suo sostituto e in cui segnò 10 reti; la quarta (1998-99) in cui si ritrovò a sostenere tutto il peso dell'attacco della seconda Roma di Zeman realizzando 18 gol (suo record in A) senza rigori e iniziando quel feeling col derby che lo ha reso famoso; la quinta (1999-00), in cui Capello, arrivato al posto del boemo, in avanti si affidò a lui (11 gol) e a Montella. Poi, nel torneo dello scudetto, il mister lo inventò tornante di sinistra e da quel giorno, in cambio del posto da titolare e della riconosciuta importanza tattica, rinunciò all'abituale bottino di reti: 3 nel 2000-01, 2 nel 2001-02 e 4 l'anno scorso. Solo Trapattoni ha continuato a considerarlo un vero attaccante, tanto da vederlo sempre come l'ideale sostituto di Vieri in azzurro. Un ruolo che ora (Carew e Montella permettendo) potrebbe tornare a coprire anche nella Roma, come ha dimostrato di saper ancora fare ad Udine e nell'amichevole di Napoli.

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