MONDIALI DI CANOTTAGGIO A MILANO

E assieme al suo oro, dalle acque dell'Idroscalo voluto dal Ministro dell'Aviazione Mussolini, è emerso l'argento del finanziere Alessio Sartori e del ragionier Rossano Galtarossa, che sul doppio si sono scrollati di dosso mezzo mondo ma non un paio di vecchie conoscenze francesi. Nella prima giornata di finali (12 titoli iridati) l'Italia - provvisoriamente quinta nel medagliere - oltre a questi primo e secondo posto ha raccolto una manciata di piazzamenti, ricchi di futuro e d'allarme. Quarto è giunto il 2 con di Negrini (della Lazio), Cascone, tim. Speranza, ma la barca degli Abbagnale è ormai specie in estinzione; quinto il 2 senza di Lari e De Vita uscito con onore da un terrificante scontro che ha travolto persino la supertitolata Gran Bretagna del baronetto Pinsent, finita appena avanti ai giovani azzurri. Stesso risultato per l'unica barca rimasta a galla dopo il naufragio delle nostre donne, il doppio della Bascelli (pure lei del Circolo romano biancoceleste) e Sancassani, alle quali gli stop invernali per incidenti non hanno permesso di più. Quinti pure l'otto p.l. (Pasqualini, Fraquelli, Grande, Del Gaudio, Lodigiani, Moriconi, Di Somma, Scala , tim. Di Palma) ed il 4 senza dei fratelli Carlo e Nicolò Mornati, Carboncini e Leonardo (Aniene) cui ancora una volta l'ultimo e troppo lento 500 m è stato fatale. «Ho lasciato l'emozione fuori della barca e sono andato via meccanicamente, senza pensare» la ricetta vittoriosa di Basalini (25 anni) che aveva già vinto a Colonia nel 1998, oltre ai successi sul quadruplo nel '97 e 2 senza nel '99. Meno pensieri (i transalpini Hardy e Vielledent gli soffiarono già l'argento nel 2001) e più arrembaggio avrebbero forse cambiato in oro il secondo posto di Sartori e Galtarossa ma, per l'ex «sala macchine» del quadruplo olimpionico di Abbagnale, l'obiettivo era dimostrare che ai Giochi di Atene nessuno li dovrà tenere per mano.