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Violenza, più prevenzione Meno interventi della polizia

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È quanto si legge nella direttiva generale (che ha per oggetto le Disposizioni per la Stagione calcistica 2003/2004) che il capo della Polizia, Gianni De Gennaro, ha inviato giovedì ai prefetti, ai commissari di Governo, ai questori, ai dirigenti dei compartimenti Polstrada e Polfer e, per conoscenza, al comando generale dei carabinieri e della Guardia di Finanza. Tredici pagine in cui si parte dalla considerazione che «il fenomeno della violenza negli stadi, in questi ultimi anni, ha assunto in tutta Italia caratteristiche di continuità e gravità tali da richiedere sempre maggior impegno da parte delle istituzioni pubbliche che sono, quindi, chiamate ad assicurare la massima attenzione al problema». Gli episodi di violenza avvenuti nella passata stagione calcistica - si legge nella direttiva - impongono di «mantenere elevati i livelli di guardia», ma «la strategia di contrasto, al di là delle risposte di tipo repressivo, deve essere basata soprattutto sull'attività di prevenzione». Per questo il Dipartimento di pubblica sicurezza fornisce degli «essenziali indirizzi operativi», che tengono conto di quelle che sono «le tre principali cause di incidenti» evidenziate dall'Osservatorio nazionale sulle manifestazioni sportive: 1) la carenza strutturale degli impianti; 2) la carente pianificazione dell'evento; 3) la conflittualità tra i tifosi e gli organismi (sportivi e istituzionali) deputati al governo e alla gestione delle manifestazioni. Il primo aspetto affrontato nella direttiva è quello della sicurezza degli impianti, considerato «elemento determinante per il governo delle manifestazioni sportive». Saranno i prefetti, nel corso di apposite riunioni del Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica, a concordare le responsabilità e gli ambiti operativi dei vari soggetti, tenendo sempre presente la normativa di settore. Nel documento vengono ricordate alcune caratteristiche strutturali di sicurezza degli stadi: dagli itinerari per l'afflusso dei tifosi alle aree di parcheggio; dai varchi di accesso che «consentano un adeguato controllo degli spettatori e dei tagliandi» alla realizzazione in tutti i settori di posti numerati con seggiolini conformi ai regolamenti Uefa. Ed ancora: la previsione (per gli stadi con più di 10.000 posti) di un posto a sedere per ogni persona. Per quanto riguarda l'uso della forza, nella direttiva si ribadisce «la necessità che gli interventi con i contingenti della forza pubblica, e in special modo l'uso di mezzi di dissuasione, siano evitati sino alla extrema ratio, privilegiando l'acquisizione della documentazione filmata dei fatti». Documentazione sulla quale «fondare la successiva attività di polizia giudiziaria e l'eventuale adozione del provvedimento di arresto che la legge consente nelle 36 ore successive e delle misure di divieto di accesso agli impianti sportivi».

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