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di DANIELE DI MARIO TUTTO come previsto.

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La categoria maggiore, dopo l'accordo raggiunto tra le pay-tv Sky e Gioco Calcio, ha potuto ufficializzare che tutte le nove partite si giocheranno regolarmente. Si sapeva già da qualche giorno. Così come si sapeva che la serie B non sarebbe scesa in campo. E mentre il presidente del Napoli Naldi ha auspicato ieri l'inizio della cadetteria per il prossimo 7 settembre, più pessimista è stato il presidente del Torino Romero: «La B deve essere composta di 20 squadre, altrimenti non si gioca. La nostra posizione non cambia: continuiamo a chiedere una Serie B a 20 squadre e da questa posizione non ci spostiamo. Aspettiamo una soluzione, ma noi vogliamo la B a 20 altrimenti non si parte». Il patron granata Cimminelli ha aggiunto: «Non è una questione di soldi ma solo sportiva. Possiamo non giocare per settimane, mesi e anni per opporci a un'imposizione del genere». Ai dirigenti granata ha fatto eco Cellino del Cagliari: «Non è mutato nulla. Abbiamo chesto a Galliani di non scendere in campo e di rinviare la risoluzione dei problemi alla prossima settimana. Lui ha accettato, dimostrando grande sensibilità ed effettuando un importante gesto di distensivo. Ma il problema è stato solo rinviato e noi rimaniamo della stessa posizione: 18 squadre in A e 20 in B». La Lega, comunque, ieri ha comunicato che una decisione verrà presa mercoledì. Adriano Galliani si è detto possibilista, nonostante abbia rinviato, come detto, l'avvio della serie cadetta a data ancora da destinarsi: «Formalismi a parte, spero che la B possa partire domenica 7 settembre». Verdetti a parte, ieri in via Rosellini ne sono successe di tutti i colori. L'accadimento più importante è stato il voto di sfiducia emesso a carico del presidente federale Carraro. I presidenti di A e B hanno deliberato la sfiducia con 26 voti a favore, 12 contrari e 4 astenuti. Si è trattato di un gesto politico di importanza rilevante, che ha dato un nuovo segnale tangibile del malcontento della maggior parte dei club, soprattutto di quelli delle categorie minori. A Carraro non è mai stato perdonato il caos derivato dal caso-Catania, che ha poi portato alla situazione di oggi. Lo stesso Presidente federale si è difeso stizzito: «Mi dispiace, ma la Lega è solo una delle coinque componenti del sistema-calcio». Una lancia in favore di Carraro l'ha spezzata Galliani, ridimensionando il voto di sfiducia: «Bisogna dare a questo voto di sfiducia il giusto peso. E' stato solo un gesto politico. Nessuno vuole chiedere le dimissioni di Carraro e non credo che seguiranno altre iniziative». Sempre ieri, l'Assemblea di Lega ha dato la disdetta all'accordo collettivo con i giocatori. Insomma, nonostante la partenza regolare del campionato di serie A, sono rimaste immutate le incertezze sul resto del panorama calcistico nazionale e le tensioni che hanno caratterizzato questo periodo. La prossima settimana sarà decisiva per dirimere ogni controversia. Di certo, non si tornerà alla cadetteria a 20 squadre. Troppo tardi. Sarebbe, infatti, impossibile rifare completamente i calendari e i gironi di serie C e Dilettanti. Senza contare il putiferio, e il conseguente rischio per l'ordine pubblico, che ne deriverebbero. Più probabile che si decida di andare avanti col «lodo-Galliani», vale a dire serie A a 20 squadre e B a 22 entro il 2004/2005, portando, nella prossima stagione, a 3 il numero di retrocessioni dalla A alla B e 5 il numero delle promozioni dalla B alla A. I 19 presidenti ribelli di B, dal canto loro, hanno chiesto 6 promozioni o la B a 20. Posizioni più vicine, nella speranza di parlare presto di calcio giocato.

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