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Mondiali di atletica Seconda medaglia azzurra dopo il bronzo della Martinez Il siracusano vince nel salto con l'asta e fissa a 5.90 il nuovo primato italiano

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Per ottenere l'oro il siracusano ha dovuto stabilire due volte il nuovo record italiano della specialità: prima ha superato 5.85 (il precedente primato apparteneva sempre al finanziere che aveva saltato 5.82 al Golden Gala di quest'anno) e poi è salito fino a 5.90. Gibilisco è riuscito così ad accendere lo stadio Saint Denis abituato a gioire solo per i propri beniamini. Ma questa volta l'azzurro in scena ieri era quello degli italiani che non erano mai stati protagonisti nel salto con l'asta a livello internazionale. Adesso hanno un campione del mondo che ha continuato a girare sulla pista con una bandiera tricolore che sventolava sulla testa come se stesse vivendo un sogno. In realtà Gibilisco sapeva che era la sua occasione e non se la è fatta sfuggire. Dopo l'ingresso a 5.60 ha però fallito clamorosamente due tentativi a 5.75 con la delusione che si è stampata sul suo volto. Poi il coraggio di provarci. Terzo tentativo a 5.80 della serie o fuori senza rimpianti oppure dentro la finale mondiale da protagonista. E così è stato. Sull'onda dell'entusiasmo il finanziere ha stupito tutti subito dopo superando con autorità al primo tentativo 5.85 ma quando hanno fatto lo stesso il sudafricano Brits (6.03 di personale), lo svedese Kristiansson (5.85 di personale) e l'australiano Markov (6.05 di personale) sembrava dovesse ricominciare nuovamente l'avventura. Niente da fare, era proprio la serata di Gibilisco che è salito sul tetto del mondo superando agevolmente 5.90. Quella è stata la mazzata che il campione del mondo in carica, l'australiano Markov, non è riuscito ad assorbire e così la strada della vittoria si è aperta per Gibilisco che ha poi preferito non continuare la gara per dedicarsi ai festeggiamenti. Ormai il sogno si era realizzato per l'allievo di Petrov, colui che è stato capace di costruire un campione del calibro di Bubka. Gibilisco sogna a occhi aperti. «Ho vinto ma ancora non ci credo. La dedica? Al mio primo allenatore, Lentini. Ho capito di aver compiuto un'impresa dopo il salto sbagliato da Markov». Notizie positive anche dagli altri azzurri impegnati ieri nelle qualificazioni. Mamma Fiona May ha superato il suo scoglio saltando 6.57 e domani potrà dire la sua nella finale del salto in lungo, lei che ha vinto due medaglie d'argento olimpiche e ai mondiali è stata due volte oro, una argento e una bronzo. Bravo anche Andrea Longo che è tornato alla grande e si è inserito senza problemi nell'atmosfera dell'atletica internazionale, vincendo facilmente la sua batteria degli 800 in 1'46"26. A questo punto i due anni di stop per il controverso caso di doping che l'ha visto sfortunato protagonista sono archiviati definitivamente. E' bastata la misura di 59.57 alla giavellottista triestina Claudia Coslovich per avere l'accesso alla finale ed entrare così nel gotha della specialità. «Sto bene, ho superato i problemi fisici che ho accusato nel corso di quest'anno - ha detto l'azzurra con entusiasmo -. Ora giocherò le mie carte nella finale di domani sperando di migliorare l'undicesimo posto di Edmonton 2001». Qualificazione infine anche per Andrea Giaconi che ha concluso al settimo posto il suo quarto dei 110 ostacoli con un 13"69 che non è certo esaltante. La cancellazione delle batterie non aveva esaltato l'azzurro che avrebbe preferito gareggiare ed infatti la tensione lo ha irrigidito visibilmente. Ma l'importante era andare avanti perché ora il ghiaccio è rotto. Fuori anche Alessandro Cavallaro, fuori dalla finale dei 200 metri.

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