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La A parte Per la B serve un miracolo

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Se qualcuno pensava di poter sapere, al termine dell'Assemblea di Lega di ieri, le sorti del campionato di calcio, si è sbagliato di grosso. La riunione dei club di A e B si è conclusa con un nulla di fatto. Rassegnato il presidente di Lega, Adriano Galliani: «Ognuno ha espresso la propria posizione con moderazione, con buon senso e con la voglia di costruire qualcosa. Sono stati analizzati i problemi e ci siamo presi 48 ore di pausa». Se i campionati di A e B partiranno regolarmente, lo si saprà soltanto domani, appena 24 ore prima del via della cadetteria e dell'anticipo di A Reggina-Sampdoria. Anche ieri si è assistito all'ennessima giornata caotica. In mattinata, sembrava che una schiarita fosse possibile. Quasi tutta la serie A pareva decisa a scendere in campo, soprattutto per non subire danni economici. E anche in seno ai 19 club ribelli di B sembravano affiorare crepe. Ma dopo le parole del presidente del Cagliari Cellino, il fronte pareva più unito che mai. «Venti eravamo e venti siamo rimasti, decisi a non scendere in campo», ha detto Cellino. E ancora: «Il nostro fronte è compatto più che mai, anche se non manca chi ha una posizione filogovernativa. Noi però andiamo avanti a dispetto di chi ci tradisce. Sabato giocheremo solo amichevoli». Giù duro è andato anche Ruggeri, numero uno dell'Atalanta: «Se la serie A vuole giocare, giochi pure. Noi rimaniamo fermi sulla nostra posizione». Insomma, l'Assemblea di Lega di ieri si è svolta con toni tutt'altro che pacati. Ma alla fine, nonostante le dichiarazioni di Cellino e Ruggeri, il fronte della B non è parso poi così uniforme. Sono in tanti a credere, infatti, che, sotto sotto, siano molte le società intenzionate a scendere in campo. Lo ha sottolineato Galliani: «C'è chi urla da una parte e chi da un'altra. Ma in mezzo ci sono tante società che stanno in silenzio, che mi telefonano e si dicono dispostissime a giocare». La serie B, oggi, sembra un Giano Bifronte. Altro che gruppo compatto. Da una parte c'è (Cellino e Ruggeri) chi non ha proprio intenzione di giocare la prima giornata di campionato. Dall'altra, invece, c'è un gruppo (cui s'è aggiunto Preziosi) deciso a mandare in campo le proprie squadre. La sensazione emersa ieri è che alla fine si giochi. Di sicuro scenderà in campo la serie A. Sono sempre di più le società che hanno preso le distanze dai ribelli. Martedì si sono chiamate fuori Lecce, Modena, Empoli e Perugia. Ieri anche Lazio, Chievo e Juve hanno detto di voler giocare. L'unico a rimanere nel dubbio è Corioni del Brescia, ma si convincerà. La prospettiva di perdere parecchi soldi, subire uno 0-3 a tavolino ed essere penalizzati di un punto non alletta nessuno. Rimane da vedere cosa deciderà la spaccatissima B. Il verdetto definitivo domani (ore 11 Consiglio di Lega, ore 12 Assemblea di Lega), anche se nessuno, tra i ribelli, ha abbandonato l'idea di far partire almeno la serie B il 14 settembre, dopo gli impegni della Nazionale. Antonio Matarrese, vicepresidente vicario di Lega, si è detto pessimista: «Se la B dovesse partire regolarmente, si tratterebbe di un vero e proprio miracolo. Lavoreremo di notte per far partire il torneo. La Lega si sente tradita e spaccarla sarebbe molto grave». Da segnalare l'incontro di oggi tra Galliani, Matarrese e Sky per dirimere la questione del transito di «Gioco Calcio» sui canali di Murdoch e il Consiglio Federale della Figc.

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